Tra le DOP in evidenza c`è la Mela della Val di Non DOP che si attesta in 15a posizione con 63 milioni di euro in termini di valore della produzione di Pietro Bertanza Emolto più di una semplice ripresa della Dop economy italiana quella descritta dai dati del XX Rapporto Ismea-Qualivita: dopo un 2020 segnato dalla pandemia, nel quale il settore aveva comunque mostrato una buona capacità di tenuta e continuità produttiva, il comparto del cibo e del vino DOP IGP nel 2021 raggiunge un valore complessivo alla produzione pari a 19,1 miliardi di euro (+16,1% su base annua) e un export da 10,7 miliardi di euro (+12,8%).
Sono risultati record che portano a quota 21% il contributo del comparto DOP IGP al fatturato complessivo del settore agroalimentare nazionale, un quadro che delinea una grande forza propulsiva da parte delle filiere dei prodotti DOP IGP, da sempre espressione di un patrimonio economico per sua natura non delocalizzabile, frutto del lavoro coeso di un sistema complesso e organizzato che in tutto il territorio nazionale coinvolge 198.842 operatori e 291 Consorzi di tutela autorizzati dal Ministero.
Numeri record e ruolo sottolineati anche da Francesco Lollobrigida, Ministro dell`Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, intervenendo durante la presentazione del Rapporto che “dimostra ancora una volta come grazie alla distintività e alla tradizione delle nostre produzioni il made in Italy si dimostri vincente in Italia e all`estero, con numeri in netta crescita rispetto agli scorsi anni.
Per quanto riguarda il Trentino-Alto Adige tra le DOP in evidenza c`è la mela della Val di Non che si attesta in 15° posizione con 63 milioni di euro in termini di valore della produzione. In termini di impatto le DOP e le IGP del nostro territorio regionale impattano per oltre 1 miliardo di euro, piazzandosi al settimo posto della classifica a livello nazionale. Il Trentino-Alto Adige si conferma la prima regione per il comparto ortofrutticolo, con oltre 181 milioni di euro.
Fonte: Vita Trentina