La sospensione di quattro mesi sull’applicazione dei dazi Usa su molti prodotti Ue fra i quali gli aperitivi e i liquori italiani, fa tirare un sospiro di sollievo
La sospensione di quattro mesi sull’applicazione dei dazi introdotti nel 2019 dagli Stati Uniti su molti prodotti originari della Ue, fra i quali gli aperitivi e i liquori italiani, fa tirare un sospiro di sollievo a Micaela Pallini, neopresidente del gruppo «Spiriti» di Federvini. «Finalmente una buona notizia commenta- e naturalmente si tratta di un primo passo. Ci auguriamo davvero che questa tregua temporanea possa trasformarsi in un accordo che superi la disputa Airbus Boeing, nella quale tra l’altro il nostro Paese non c’entra assolutamente nulla».
Durante l’applicazione dei dazi sui liquori, aperitivi e cordiali italiani, l’export italiano negli Usa, che negli ultimi anni aveva visto un crescente successo di vendite e consensi, è crollato del 40%, con una perdita di circa 65 milioni di curo. In più la pandemia ha dato il colpo di grazia ai consumi interni.
Al governo si chiede un impegno a sostegno dell’export, l’abrogazione del contrassegno «e almeno un temporaneo sollievo delle accise sui nostri prodotti».
La produzione di acquaviti, liquori, aceti, aperitivi è un grande comparto della nostra industria alimentare: vale 25 miliardi di giro d’affari (vini compresi, fonte Federvini), occupa 1,2 milioni di persone in 340.000 strutture produttive. Il comparto è (era) un grande cliente dell’Erario: pagava allo Stato dato 2019 quasi 10 miliardi di tasse all’anno. Al comparto liquori-spirits è strettamente legato quello del vino.
«I nostri settori conclude Sandro Boscaini, presidente Federvini stanno subendo un rallentamento molto rilevante su tutto il ciclo economico, sia nei consumi interni che nel commercio estero. Non è sufficiente quanto fatto per il mercato del vino, mentre quello delle bevande spiritose è un settore che, ad oggi, non ha ricevuto misure di sostegno». La terza ondata della pandemia sta aggravando le difficoltà delle cantine italiane, soprattutto di quelle medio piccole.
«Occorre mobilitare fondi straordinari a livello europeo è l’appello del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti . La situazione di mercato è peggiorata rispetto allo scorso anno. Le difficoltà del settore in Italia sono evidenziate dai dati Mipaaf, che indicano, alla fine dello scorso mese di gennaio, giacenze di vino per 61 milioni di ettolitri, con un aumento del 3,6% sul 2020. Situazioni analoghe si registrano anche negli altri Stati membri grandi produttori di vini: in Spagna, ad esempio, le giacenze a fine gennaio si attestavano a più di 82 milioni di ettolitri».
Le difficoltà di mercato e la situazione delle giacenze ripropongono la necessità di misure di distillazione finanziate dall’Europa, ma con un compenso ‘sostenibile’ per i produttori, che li induca ad aderire. La Spagna ha annunciato ha annunciato la richiesta di un intervento finanziario straordinario sul bilancio dell’Unione. Se ne parlerà presto in Consiglio Agricoltura a Bruxelles.
Fonte: QN – Economia e Lavoro