Da giovedì 29 luglio 16a edizione del road show dedicato alle tipicità regionali, con i prodotti DOP e IGP interpretati dai cuochi di CheftoChef e i vini regionali proposti dai sommelier di Ais Emilia e Romagna.
Girare l’Emilia-Romagna per assaporarne gusti e sapori. È quanto invita a fare ‘Tramonto Divino‘, un evento giunto alla sedicesima edizione organizzato e promosso dalla Regione, Unioncamere ed Enoteca Emilia-Romagna in collaborazione con l’Associazione italiana sommelier (Ais), l’editore Prima pagina e i consorzi dei prodotti DOP e IGP del territorio. Si parte a fine luglio e si terminerà a novembre.
La manifestazione celebra i 45 prodotti emiliano-romagnoli a marchio IGP e i 30 dalla denominazione di origine del settore vinicolo. Quest’anno ci si adeguerà alle regole dettate dalla pandemia: non ci saranno quindi i banchi d’assaggio, ma ogni serata assomiglierà a una cena di degustazione in cui i cibi verranno abbinati ai vini dai sommelier dell’Ais. Potranno partecipare massimo 190 persone per ogni evento, l’iscrizione e il pagamento si potranno fare online sul sito di ‘Emilia-Romagna vini’ e il costo di ogni cena è di 35 euro.
Si comincia dalla Romagna, a Cervia, in provincia di Ravenna, lo stesso giorno della ‘Notte rosa’, il 29 luglio (in questo caso il prezzo è di 25 euro). Il 4 agosto ‘Tramonto divino’ si sposterà a Forlimpopoli, in provincia di Forlì-Cesena, per festeggiare il duecentunesimo compleanno di Pellegrino Artusi, uno dei padri della cucina italiana e autore del libro ‘La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene’. Ultima tappa romagnola a Cesenatico, in provincia di Forlì-Cesena, che accoglierà l’evento il 6 agosto, poi cominceranno le tappe emiliane. A Ferrara, l’1 settembre, l’8 settembre a Reggio Emilia, il 18 settembre a Piacenza e, infine, il 21 novembre a Bologna in occasione del congresso nazionale dell’Ais.
“Abbiamo bisogno di recuperare le relazioni, la socialità e anche i piaceri del corpo come le degustazioni”, ha detto Alessio Mammi, assessore regionale all’Agricoltura, “per noi il cibo è cultura e va mantenuto in relazione alla propria storia, anche perché i cittadini nei prossimi anni chiederanno sempre più qualità, attenzione alla sicurezza alimentare e trasparenza sulla provenienza dei prodotti”.
Fonte: www.ansa.it