Nel 2022 le esportazioni hanno sfiorato i 61 miliardi (contro i 32 miliardi di 10 anni fa) con oltre 27 milioni di tonnellate di prodotti
L’export agroalimentare italiano vola. Nonostante il clima di instabilità dei mercati generato prima dalla pandemia e poi dalla guerra in Ucraina, il settore mostra una grande capacità di resilienza. Nel 2022 le esportazioni hanno sfiorato i 61 miliardi, con oltre 27 milioni di tonnellate di prodotti collocati sui mercati esteri. Numeri sorprendenti, se si considera che dieci anni fa il valore era di 32 miliardi e che nel 2019, prima della pandemia, si era attestato a 45 miliardi. Mettendo a confronto i dati dell`ultimo quinquennio, la crescita in valore è stata del 44 per cento. Lo rivela una ricerca del Centro studi Divulga, realizzata dal professor Felice Adinoldi, docente di Economia e politica agroalimentare all`Università di Bologna, e da due ricercatori, Riccardo Fargione e Giuseppe Peleggi. Non mancano le criticità, legate soprattutto ad un processo di innovazione digitale lento e disomogeneo e ai ritardi infrastrutturali del Paese.
Lo studio evidenzia come la crescita dell`export del made in Italy sia stata trainata dal vino (poco meno di 8 miliardi di euro), seguito da ortaggi (5,4 miliardi), frutta (5,2 miliardi), formaggi (4,4 miliar- di), pasta (4 miliardi), olio d`oliva (1,8 miliardi). Negli ultimi dodici mesi sono cresciute di più le esportazioni di frumento duro (più 245 per cento). Pasta e olio d`oliva fanno registrare rispettivamente un più 30 e un più 19 per cento. Bene anche i prodotti ittici ( più 12 per cento), vino (più 10) e carni (più 9). Tra le principali destinazioni, spicca la Germania, per un valore complessivo di 9,4 miliardi di euro, seguita da Stati Uniti e Francia, con circa 6,6 miliardi, Regno Unito (4,2 miliardi) e Spagna (2,5 miliardi).
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Fonte: Affari e Finanza – La Repubblica