Un progetto europeo promosso dai Consorzi di tutela promuove le peculiarità di prodotti italiani e greci dei territori di origine vulcanica
Già nel bicchiere il vino vulcanico ha un aspetto intenso: merito delle escursioni termiche, che favoriscono le componenti aromatiche del frutto, tali da rende i vini complessi, eleganti, capaci di evolvere nel tempo. Sapori e armonia che si ritrovano anche nei formaggi di origine vulcanica, che si caratterizzano per uno spiccato profilo aromatico. Conoscere, assaporare, e gustare un prodotto di origine vulcanica significa conoscere parte del patrimonio italiano e non solo. Perché in tutto il mondo sono ben 24 milioni gli ettari coltivati sui pendii di origine vulcanica. In Italia si contano circa 17mila ettari di viti che maturano su terreni vulcanici con una produzione che si aggira intorno ai 160 milioni di bottiglie. L’Italia, da Nord a Sud, è quindi Paese di vino e di vulcani.
Da quelli antichi e spenti del Veneto, ai crateri ricoperti ora di acqua nel Centro Italia, agli attivissimi siti del Sud; è come se una linea rosso fuoco congiungesse la penisola dando un inconfondibile carattere ai vini che nascono da questi suoli. Ma non solo. Perché c’è un progetto internazionale finanziato dall’Unione europea che promuove le peculiarità di questi prodotti e unisce i territori in cui crescono, dall’Italia alla Grecia. Si tratta del programma Heva – Volcanic Agriculture of Europe che valorizza le denominazioni Soave DOP, Lessini Durello DOP, Santorini DOP e Monte Veronese DOP, tutelate dai Consorzi italiani di tutela dei vini Soave, del Lessini Durello, dal Consorzio greco Union of Santorini Cooperatives –Santo Wines e dal Consorzio veneto per la tutela del formaggio Monte Veronese. Si tratta di prodotti enogastronomici che si caratterizzano per i profumi fruttati ma anche per una gamma di aromi erbacei e terrosi: proprietà date dalla componente minerale dei suoli vulcanici che comprende magnesio, potassio e calcio.
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Fonte: Repubblica.it