Passsare dalla valorizzazione delle specificità a un reale gioco di squadra è forse la prova più evidente della maturità di un settore. È quanto sta facendo il comparto del vino della Toscana, un settore di primo piano nell’economia regionale. Domani verrà presentata l’associazione dei vini toscani (A.Vi.To.), un “consorzio di consorzi” al quale faranno riferimento (al momento) 21 diversi organismi di tutela dei vini DOP (su un totale regionale di 28), secondo quanto indicato dal consorzio del Chianti Classico DOP, il quale calcola che la nuova struttura rappresenterà oltre 5.1oo imprese, una produzione annua di circa 200 milioni di bottiglie per un giro d’affari stimato di 1,1 miliardi di euro e realizzato per almeno il 70% all’estero.
Insommaun vero e proprio colosso nato, come talvolta accade, un po’ per caso e sull’onda della reazione al Piano integrato territoriale (Pit) della Toscana. Un progetto che fin dalla sua presentazione fu contestato dai viticoltori della regione perché giudicato penalizzante per le produzioni vinicole. In quella occasione i principali Consorzi di Tutela riuscirono con un gioco di squadra a far valere le proprie ragioni al tavolo regionale.
Fonte: Il Sole 24 ore