Un odore che impregna i sensi (e i vestiti). È, forse, la cosa che si ricorda di più, quando si ripensa alle isole Lofoten. Qui, a Nord della Norvegia e ben oltre il Circolo Polare Artico, il profumo intenso è dovuto allo stoccafisso, ovvero al merluzzo che abbonda in queste acque e che viene messo a essiccare all’aria aperta (da febbraio a maggio). Un merluzzo che nell’aprile 2014 ha ottenuto la certificazione europea dell’Indicazione Geografica Protetta: il Tørrfisk fra Lofoten IGP. Migliaia di pesci che, dopo essere stati appesi alle rastrelliere per intere settimane, vengono raccolti, come un bucato, per essere pronti a “partire”, con destinazione l’Italia. Già nel 1000 lo stoccafisso di queste zone era la più importante merce di esportazione della Norvegia e ha mantenuto questo rilievo economico per diversi secoli.
A scoprirlo, fu il nobile veneziano Piero Querini che, nel 1432, diretto nelle Fiandre a acquistare stoffe, fece naufragio su uno scoglio al largo della selvaggia Rost. Vi rimase quattro mesi e al suo ritorno in patria, raccontò ogni dettaglio di questa popolazione dedita alla pesca e di questo pesce che ben si prestava a essere conservato senza bisogno del sale (a quei tempi molto costoso) e trasportato via mare. Da allora, prima con Venezia e poi col resto, d’Italia, si è stabilito un legame molto intenso con queste isole remote.
Fonte Viaggi del Gusto