In queste ore molti dei governi regionali saranno varati; saranno scelti gli uomini e le donne a cui saranno distribuite le deleghe delle nuove giunte.
Si inizierà a lavorare sul serio e soprattutto si dovrà mettere mano alla questione “agricoltura” visto che è una delle funzioni di diretta gestione degli enti regionali. I nuovi assessori si troveranno davanti tanto lavoro e soprattutto gestire prontamente tante emergenze.Da questo generale rinnovamento di uomini ci si aspetta anche un rinnovamento di strategie, o di politiche. Il protagonismo agricolo, che mise al centro di un nuovo corso della agricoltura italiana, nacque sicuramente in toscana, quando l’allora assessore regionale Moreno Periccioli alla conferenza Agricola96 di Firenze inizio a parlare di Sviluppo Rurale. Ci fu un vero e proprio cambiamento, anzi una rivoluzione perchè pensare di valorizzare gli elementi non direttamente produttivi, come il paesaggio, l’ambiente per farli diventare parte integrante del processo agricolo fu una grande idea politica adottata in tutta Europa. Si inizio poprio lì a parlare di agriturismo tanto per citare qualcosa di conosciuto. Tanto che a fine anni 90 in Toscana, quasi incredibile da raccontare, ci fu una crescita degli occupati in agricoltura smentendo la storia.Il malessere attuale è tanto nel settore. Gli strumenti attuali a sostegno del reddito agricolo a prescindere dalla produzione non funzionano come si auspicava. Sicuramente bisogna ripartire dalle esigenze dello sviluppo rurale con strumenti nuovi che non debbono ripristinare impossibili dirigismi di mercato da Bruxelless, ma possano fornire un quadro di indirizzo che possa regolare l’orientamenti produttivi delle imprese e , dunque, svolgere una funzione indiretta di regolazione del mercato..Regioni come la Toscana e l’Umbria, passata la bolla speculativa sui terreni, sostenuta dal”modismo”, dovranno sicuramente rilanciare l’agricoltura e lo sviluppo rurale come elementi di valorizzazione del territorio e dell’equilibrio del vivere nella moderna civiltà. Tenere insieme politica agraria e sviluppo rurale è uno slogan di Agricola96 che torna di prepotente attualità. Promuovere qualità e tipicità resta essenziale. Ma sarebbe un guaio scambiare il folclore con le politiche agricole di indirizzo e sviluppo.