Il rilancio della Susina di Dro DOP deve passare dalla riscoperta e consapevolezza del suo significato storico, culturale ed identificativo con il territorio. E stato siglato ieri presso il comune di Dro il protocollo per la riscoperta, recupero e valorizzazione della susina di Dro: atto formale che ha visto riuniti attorno allo stesso tavolo comune di Dro, servizio provinciale agricoltura, «Fondazione Edmund Mach», Cooperativa Valli del Sarca – La Trentina, Agraria Riva del Garda, Ingarda e Fies Core (Hub Cultura) promotore del progetto denominato «Ultra Violet».
«Lo sviluppo futuro dei territori avverrà grazie all’elevata qualità ambientale e alla capacità di aver conservato nel tempo culture, tradizioni, conoscenze locali e relazioni sociali – hanno spiegato l’assessore del comune di Dro Claudio Mimiola e Virginia Sommadossi di Fies Core – Dro rischia di perdere uno dei suoi prodotti più autentici è quindi importante avviare un’occasione unica per agire da protagonisti nella nuova sinergia tra mondo dell’agricoltura, turismo e cultura. E questa la via più efficace avviare in modo sinergico un processo di sviluppo economico (con caratteristiche peculiari e orientato alla creatività), di sostenibilità ambientale con il recupero di colture antiche e poco bisognose di trattamenti, e di consapevolezza condivisa del valore culturale del territorio e dei suoi prodotti più tipici».
Un protocollo che ha raccolto l’adesione del mondo della cooperazione, presente il direttore di Agraria Riva Massimo Fia e del direttore commerciale dell’Op La Trentina Andrea Valerio, del pianeta turismo con la presenza di Marco Benedetti presidente di InGarda e della frontiera della ricerca e sviluppo agricolo con la firma del dirigente provinciale Fabrizio Dagostin e della Fondazione E. Mach.
Tra i punti qualificanti del protocollo l’avvio di politiche ed azioni per interrompere la progressiva estirpazione ed abbandono della tipica frutticoltura (circa 3.550 i quintali ora conferiti dopo il taglio di molte piante per la fitopatologia Sharka), iniziative per il recupero nel tempo della reddittività economica per i produttori, e nuove forme di vendita e distribuzione del prodotto fresco e trasformato, coinvolgendo il tessuto turistico, culturale ed associativo dell’Alto Garda.
Fonte: L’Adige