La strategia del Consorzio Tutela Vini Etna DOC che ha rinnovato da poco il vertice con l’elezione alla presidenza di Francesco Cambria di Cottanera. Per un altro triennio stop alle rivendicazione di nuove superfici DOC
Una strategia che si fonda su tre assi per consolidare la qualità e il valore del vino sull’Etna. Obiettivo cui punta il nuovo consiglio di amministrazione del Consorzio Tutela Vini Etna DOC di cui fanno parte 182 aziende, Scelte in sostanziale continuità, se vogliamo, con il precedente Cda: dal 21 dicembre Francesco Cambria (Cottanera) è il nuovo presidente del Consorzio Doc Etna, succedendo ad Antonio Benanti. Nel nuovo Cda sono stati eletti Seby Costanzo (Cantine di Nessuno), Irene Badalà, dell’omonima azienda, Marc DeGrazia(Tenuta delle Terre Nere), Federico Lombardo di Monte Iato (Firriato), Graziano Nicosia, dell’omonima azienda, Marco Nicolosi (Barone di Villagrande): Costanzo è anche il vicepresidente del Consorzio. Ed è stato riconfermato nel ruolo di direttore Maurizio Lunetta, carica che ha ricoperto negli ultimi due anni.
“Negli ultimi otto anni, la domanda di vino Etna DOC – spiega Lunetta – è in costante crescita. Dal 2013 ad oggi aduggi, con una lieve contrazione nel 2020 dovuta all’emergenza Covid-19, l’imbottigliato è passato da 1,5 milioni di bottiglie (pari a 11.565,80 ettolitri prodotti su circa 680 ettari di vigneto rivendicato a DOC Etna) del 2013 a 4,5 milioni di bottiglie nel 2021 (pari a 33.921,28 di ettolitri prodotti su poco meno di 1.200 ettari di vigneto rivendicato a Doc Etna). Per quanto riguarda il posizionamento, il canale privilegiato resta il canale Horeca mentre l’export vale circa il 60%, con gli Stati Uniti che restano il primo mercato internazionale“.
Sono i numeri che fanno da base alla strategia di sviluppo cui se ne possono aggiungere altri. Il valore medio per ettaro delle superfici vitate in area DOC è arrivato a 30mila euro a fronte di un valore medio in Sicilia di 3omila euro per ettaro.
Altro dato: il numero di viticoltori presenti all’interno della denominazione è di 383, mentre la superficie rivendicata è di 1.184 ettari.
“I vini dell’Etna sono apprezzati da critica e consumatori di tutto il mondo come tra i più emblematici d’Italia. Il grande lavoro fatto dai produttori negli ultimi dieci anni – spiega il neo presidente Francesco Cambria – ha messo sempre di più in risalto la condizione di pregio da “A Muntagria”, una regione a sé stante dal punto di vista vitivinicolo per l’eterogeneità dei suoli e per la presenza di diversi microclimi che variano a seconda del versante. Si può parlare a tutti gli effetti di un vero e proprio laboratorio naturale al servizio dell’eccellenza e delle tipicità. Oggi l’Etna può essere annoverata tra le aree classiche di maggior pregio a livello mondiale, per la qualità delle sue produzioni“.
La strategia di sviluppo del consorzio nei prossimi anni è quella di regolamentare la crescita su standard di qualità più elevati, puntando a rinnovare per un altro triennio lo stop alle rivendicazioni di nuove superfici di vigneti a Etna Doc. Un obiettivo da raggiungere anche in vista dell’auspicato raggiungimento, entro il prossimo triennio, del traguardo della DOCG, il massimo riconoscimento di qualità e tipicità per la denominazione.
Fonte: Il Sole 24 Ore