Nonostante la pandemia, il 2020 si è chiuso con segnali positivi sul fronte del commercio per il Riso di Baraggia Biellese e Vercellese DOP
Il mondo del Riso di Baraggia Biellese e Vercellese DOP mantiene un alto profilo nonostante l’onda d’urto del Covid. In un 2020 contrassegnato dalla pandemia, il Consorzio di Tutela della DOP Riso di Baraggia Biellese e Vercellese, che comprende una trentina di aziende tra le due province (che coltivano rispettivamente 4.000 e 70mila ettari) oltre a Novara rappresentata da Mittino, ha tratto beneficio nelle vendite nazionali ma soprattutto nei consumi con i mesi del primo lockdown, marzo e aprile, che hanno visto un incremento notevole nell`utilizzo del riso italiano, obbligatoriamente cucinato in casa.
Nonostante la concorrenza spietata della materia prima proveniente dall’Asia, i produttori restano ottimisti, anche se qualcosa per migliorare la situazione va ancora fatto.
I dati
Il Covid-19 ha accelerato, lo scorso anno, le vendite dell’industria risiera, creando un aumento di quasi 41.000 tonnellate (+10%) del collocamento del riso in Italia rispetto alla campagna precedente. Nel corso della campagna 2020/2021, risone escluso, al 4 dicembre le importazioni in Italia risultano pari a 26.649 tonnellate
base lavorato. Si evidenzia quindi un incremento del 28% rispetto ad un anno fa secondo i dati del MISE per semigreggio e lavorato. E nel corso della campagna 2020/2021 le esportazioni dall’Italia (risone escluso) risultano pari a 36.022 tonnellate, base lavorato, quindi anche in questo caso si registra un incremento del 28% rispetto ad un anno fa.
Per Paolo Dellarole, presidente di Coldiretti Vercelli Biella, il quadro è positivo in un contesto difficile: «Nel primo lockdown vi è stata certamente un accelerazione
degli acquisti dell`industria e dei supermercati legati al timore di blocco di trasporti con un rialzo delle quotazioni. Stessa cosa si è verificata con il raccolto nuovo del 2020 dove, in prossimità del secondo lockdown, c`è stato un buon flusso di acquisti perché ogni comparto cercava l`approvvigionamento. Alcune fasi alterne hanno creato dei rallentamenti nei consumi ma siamo arrivati alla fine dell`anno con delle quotazioni stabili. Purtroppo paghiamo ancora il blocco della ristorazione serale e la chiusura totale o quasi del turismo».
Fonte: Eco di Biella