Con l’uscita de Il Mangiarozzo 2009, la nuova edizione dell’ ”antiguida” di Carlo Cambi, torna attuale la discussione sul valore e sul ruolo delle guide enogastronomiche italiane ed internazionali.
Fra le polemiche che da qualche tempo dominano anche questo settore, non so se ricordate il servizio “Fornelli polemici” di Striscia La Notizia sulla poca serietà ed attendibilità delle guide, alla fine chi ne paga la spese è il consumatore. Colui che vorrebbe e dovrebbe sentirsi “educato” dagli esperti estensori di questi manuali del buon cibo e del buon vino alla fine si ritrova sempre più disorientato. La crisi economica ed il relativo “cortocircuito” fra ciò che è informazione e ciò che invece è solo informazione pubblicitaria o pura pubblicità hanno sicuramente accelerato il processo di crisi e di veridicità non solo delle guide ma anche di tutto il sistema editoriale legato al mondo del Wine&Food. Basterebbe leggere un buon libro come “I Barbari” di Alessandro Baricco, in particolare i due capitoli dedicati al vino in cui spiega chiaramente “l’incestuoso” rapporto fra il mondo della comunicazione ed il marketing di questo settore per capire quante disfunzioni ci siano all’interno di un’economia che muove cosi tanti miliardi. In questi anni sono state regalate stelle, incensati chef, declamati prodotti non sempre per amor del gusto ma anche per esigenze di mercato, senza che alla base di tutto ciò vi fosse una reale meritocrazia che giustificasse tali onorificenze. Senza dubbio tutto questo ha permesso di innalzare il livello di conoscenza per un piccolo gruppo di consumatori, cultori del buon cibo, lasciandosi però alle spalle un vuoto di comunicazione e informazione verso tutti gli altri. Discutere del soggettivismo delle guide o sulle scelte editoriali dei vari media è sempre difficile; si sa che ognuno ha il suo proprio gusto, in tutti i sensi. Penso sia davvero importante invece la questione dell’educazione alimentare di base che è sempre meno al centro di tutta l’informazione di settore. Forse anche le guide dovrebbero pensare che per apprezzare un piatto di uno chef è necessario conoscere i principi dell’alimentazione e dell’agricoltura. Il vero scandalo non sono le stelle, i bicchieri più o meno meritati di qualche ristorante o di qualche vino, ma il fatto che oggi tante persone e soprattutto i giovani non sappiano riconoscere una melanzana da una mela. La morale, tanto per scomodare il vangelo è : smettiamo di guardare alla pagliuzza, le guide, ed occupiamoci invece della trave, l’educazione alimentare.
20091106_La Nazione.pdf