Se le esportazioni di vino italiano nel 2023, a livello complessivo, segnano un calo contenuto, almeno nei primi 7 mesi dell’anno (-1,2% in valore a 4,4 miliardi di euro, e -1,5% in volume, a 12,3 milioni di ettolitri), secondo i dati ISTAT più recenti analizzati da WineNews, merita un focus particolare la situazione in USA, mercato che resta il più importante per le cantine del Belpaese, ma che dopo avere per più di una decade guidato la crescita delle esportazioni, ora mostra segnali di contrazione piuttosto preoccupanti, anche paragonati alle performance del mercato Usa in generale, e dei principali competitor.
Uno scenario ben diverso da quello euforico raccontato un anno fa, per esempio, da WineNews, dalla “Wine Experience” by Wine Spectator, evento tra i più importanti della scena americana, a New York.
Come emerge dai dati delle Dogane, sulla prima metà 2023, analizzati dall’Agenzia ICE di NewYork. Ebbene, nel complesso, le importazioni di vino italiano si sono attestate a 1,05 miliardi di dollari, in calo del -7% sullo stesso periodo 2022.
Una performance nettamente peggiore della Francia, sostanzialmente stabile (-0,1%), a 1,25 miliardi di dollari. Seppur con valori ampiamente minori, fa molto meglio la Nuova Zelanda, con un +32,6%, a 342 milioni di dollari), e cresce anche la Spagna, del +5,1% (a 187 milioni di dollari), mentre calano a doppia cifra Australia, Argentina, Cile, Portogallo e Sudafrica.
Con il Belpaese che, però, in valore, fa molto peggio anche del mercato delle importazioni di vino in Usa nel suo complesso, a -2,6%, per 3,4 miliardi di dollari. E le cose non vanno meglio in volume, anche se qui, l’Italia è più allineata al mercato nel complesso.
Il dato tricolore, tra gennaio e giugno 2023, fa segnare un -9,4% in quantità, a 1,6 milioni di ettolitri, contro un andamento complessivo del -8,9% (a 6,3 milioni di ettolitri). Tra i “big”, fanno peggio la Francia, in volume (-10,2%) ed il Cile (che crolla del -53%), mentre crescono Canada (+14,7%, a 1,1 milioni di ettolitri), Australia (+16,7%) e nuova Zelanda (+32,7%).
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Fonte: Winenews.it