“Abbiamo deciso di sperimentate la blockchain per la filiera del Grana Padano DOP perché vogliamo garantire ai consumatori, con lo strumento più evoluto, la massima qualità che i “copioni” di ogni genere non possono offrire e condividere queste tutele con tutti i soggetti della filiera in ogni passaggio. La produzione 4.0 è un’asticella ancora più alta nel livello dei controlli che il sistema del Grana Padano è assolutamente in grado di superare confermandosi il prodotto Dop più consumato nel mondo”. Così il direttore generale del Consorzio tutela Grana Padano, Stefano Berni, ha riassunto l’impegno nella sperimentazione della nuova procedura informatica nella filiera del Grana Padano grattugiato intervenendo alla tavola rotonda “Blockchain Plaza Case History”, andata in scena nelle settimane scorse al Tuttofood di Milano.
La tavola rotonda è stata riservata alle prime quattro realtà agoralimentari italiane ad averla sperimentata nell’ambito del nuovo progetto ideato da Csqa (ente di certificazione leader in Europa per il settore agroalimentare) ed Euranet (società di consulenza e tecnologie per la compliance) per condividere esperienze, idee e proposte sulle tematiche della blockchain per il settore agroalimentare. La blockchain punta a garantire in modo immodificabile e completo tutte le informazioni che riguardano la filiera produttiva e offre uno strumento di garanzia a tutti gli interlocutori, da quelli commerciali fino ai consumatori. Per il Consorzio Grana Padano, che nel 2018 ha confermato la propria leadership mondiale tra le DOP con 4.932.996 forme.
Fonte: L’informatore zootecnico