Pubblicato il XVII Rapporto Ismea-Qualivita, sui dati della #DopEconomy italiana che per la prima supera i 16,2 miliardi di euro per una crescita del +6,0% in un anno. Le produzioni Food e Wine DOP IGP rappresentano il 20% del valore agroalimentare nazionale e l’export supera i 9 miliardi di euro.
I dati di settore della #DopEconomy italiana attraverso il XVII Rapporto Ismea-Qualivita, ribadiscono ancora una volta, con forza, come il sistema delle Indicazioni Geografiche rappresenti un driver fondamentale e indiscusso dei distretti agroalimentari del nostro Paese. Anche per il 2019 (dati produttivi 2018) si registra una crescita, che si inserisce nel trend registrato nel corso degli anni per il settore DOP IGP, con un valore alla produzione delle oltre 800 IG che per la prima volta supera i 16,2 miliardi di euro e con l’export che va oltre la soglia dei 9 miliardi, grazie al lavoro di oltre 180.000 operatori e l’impegno dei 285 Consorzi di tutela riconosciuti.
Numeri che confermano il trend di crescita dell’intero comparto oltre che il significativo contributo al fatturato complessivo del settore agroalimentare nazionale che sale a circa il 20% e si conferma al 21% nell’export agroalimentare italiano. Nel complesso, dunque, continuano i segnali positivi di una crescita che, in oltre dieci anni, ha consolidato il ruolo guida all’estero della qualità agroalimentare made in Italy e sul mercato interno si è espressa con una generale migliore tenuta delle vendite alimentari di prodotti IG a peso fisso rispetto agli omologhi convenzionali.
Risultati che sono il frutto del consolidamento e della crescita delle “produzioni forti”, ma anche dell’affermarsi delle nuove IG (oltre 300 milioni di valore derivano da prodotti che hanno ottenuto il riconoscimento negli ultimi 5 anni), con il 2019 che vede aggiungersi al paniere l’Olio di Puglia IGP, per l’agroalimentare, e il Nizza DOP, per il comparto vinicolo. E un grande lavoro “sottotraccia” delle filiere, e in particolare dei Consorzi di tutela, è quello relativo alla modifica dei disciplinari che, nel rispetto della tradizione e della vocazione produttiva delle eccellenze enogastronomiche IG, riescono a cogliere le evoluzioni per adattare i criteri produttivi alle nuove esigenze – climatiche, ambientali, di mercato – con un forte impatto nella crescita, nell’innovazione e nel successo dei prodotti DOP IGP (solo nel 2019 si contano 12 modifiche per il comparto Food e 8 per il comparto Wine, oltre alle 19 modifiche a livello nazionale).
ITALIA POLICENTRICA DELLE DOP IGP
Le IG rappresentano un propulsore per la crescita produttiva ed economica nei distretti territoriali del Paese. Come sintesi di un delicato equilibrio tra vari fattori come lo sviluppo territoriale, l’esigenza di sostenibilità, il benessere animale, la conservazione del patrimonio identitario, l’innovazione tecnologica, ecc, esse rappresentano un fattore chiave di salvaguardia, spinta e rinascita nel complesso tessuto dell’Italia policentrica. Un’Italia delle IG che trova la sua ricchezza e il suo fermento anche al di là dei grandi distretti produttivi e che vede nascere, crescere e affermarsi, intorno ai prodotti DOP IGP e ai loro Consorzi, veri e propri poli di economia diffusa in tutti i territori d’Italia. Le DOP IGP, come elementi noti e riconoscibili, spesso hanno la possibilità di ricoprire un ruolo centrale in un sistema territoriale di qualità diffusa, un collante capace di coinvolgere agricoltura, artigianato, hotellerie, ristorazione di qualità e patrimonio artistico culturale.
Fonte: Consortium 2020/01
SCARICA IL PDF DELL’ARTICOLO COMPLETO