La sostenibilità non è più un optional, neanche nel mondo del vino. Così come non lo è più certificarla per poterla dimostrare e raccontare. E se ormai sono tantissime le aziende che seguono questo o quello standard (in attesa del varo ufficiale dello “standard unico di certificazione” del vino italiano da parte del Mipaaf) di sostenibilità e di certificazione, sono sempre più i territori che, attraverso i Consorzi di tutela, puntano ad una certificazione come Denominazione.
Percorso già annunciato dal Consorzio del Prosecco, a cui si aggiunge anche quello del Consorzio Vino Nobile di Montepulciano, nel nome del protocollo “Equalitas” (una iniziativa di CSQA Certificazioni, Federdoc, Valoritalia e di Unione Italiana Vini, il Gambero Rosso e 3AVino).
Una scelta quasi “naturale”, verrebbe da dire visto che, di fatto, la “culla” di Equalitas è stata una cantina pioniera della sostenibilità come Salcheto, griffe del territorio di Montepulciano.
Dopo un 2021 che ha fatto segnare una crescita record delle vendite, il Consorzio Vino Nobile di Montepulciano ha deciso di rafforzare il proprio impegno verso uno sviluppo sostenibile – spiega una nota – con il protocollo “Equalitas” la sostenibilità delle denominazioni tutelate.
Una scelta arrivata al termine di un percorso iniziato oramai da alcuni anni, che ha previsto la partecipazione attiva di buona parte delle aziende socie e consentito di maturare e condividere una decisione che avrà un forte impatto sullo sviluppo futuro del territorio.
L’iter di certificazione dovrebbe concludersi al più tardi entro il primo semestre 2022 e consentirà alle denominazioni Nobile di Montepulciano, Rosso di Montepulciano e Vinsanto di Montepulciano, di diventare le prime denominazioni sostenibili italiane.
“L’obiettivo che ci siamo posti – dichiara Andrea Rossi, presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano – è ambizioso quanto decisivo sul piano strategico, poiché significa modificare progressivamente il profilo produttivo e organizzativo delle imprese che aderiscono a questo progetto, che poi sono la quasi totalità di quelle che aderiscono al Consorzio. Da un lato, infatti, stiamo introducendo metodi e tecniche di produzione più rispettosi dell’ambiente e del paesaggio; dall’altro siamo impegnati, e lo saremo sempre più in futuro, a garantire un elevato standard di valori etici, sociali ed economici, che rafforzeranno la coesione tra le nostre imprese e tra queste e il territorio. Quando parliamo di sostenibilità dobbiamo tener presente che quest’ultima è costituita sia dalla dimensione ambientale, sia dalla dimensione economica e etico- sociale; il rispetto dei valori e dei diritti collettivi gioca quindi un ruolo centrale in questo processo”.
Fonte: WineNews