Sostenibilità, energia green e benessere animale: il marchio Parmigiano Reggiano come garanzia della filiera.
La sostenibilità è un valore aziendale imprescindibile anche per la realizzazione di un ottimo prodotto, a maggior ragione quando, come nel caso del Parmigiano Reggiano, si tratta di un marchio DOP e di un simbolo di tradizione territoriale.
«Non deve essere solo il formaggio più buono, ma che rappresenta i migliori ideali – spiega Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano -. Sostenibilità e rispetto per gli animali sono da sempre parte del nostro patrimonio genetico».
E dall’esigenza di metterli in luce che nasce la volontà di diventare cabina di regia per tutta la filiera produttiva, di cui fanno parte ben 2.520 produttori di latte, 3o7 caseifici, 15 operatori che trasformano le forme di formaggio in prodotti derivati e infine i retailer.
L’obiettivo del consorzio è fare in modo che il consumo energetico della filiera sia pari a zero, con l’ambizione di arrivare a una quantità di energia prodotta, rigorosamente in maniera green, maggiore di quella utilizzata.
Dopo aver stabilito un manifesto che fosse una presa di responsabilità nei confronti dell’ambiente e dei cittadini consumatori, il consorzio ha deliberato un progetto pluriennale di 12 milioni di euro per permettere agli allevatori di raggiungere il livello di benessere animale ritenuto necessario dal consorzio stesso.
Il presidente Bertinelli continua: «2,5 milioni sono già stati disposti per migliorare gli stabilimenti. Stiamo lavorando per convertire i tetti delle stalle in parchi fotovoltaici».
Uno dei tanti obiettivi che il consorzio, anche grazie all’impiego delle risorse riservate all’agricoltura nel Pnrr, ha intenzione di realizzare, portando a casa importanti risultati entro il 2024.
«Stiamo puntando anche all’utilizzo di deiezioni dei bovini per la produzione di biometano liquido – racconta Bertinelli – e abbiamo avviato uno studio di ricerca per produrre packaging alternativi alla plastica, biocompostabili».
Fonte: Corriere della Sera
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