L’appello del presidente del Consorzio di tutela dell’IGP, Gerardo Diana: “Il settore va avanti grazie agli sforzi eroici dei produttori. Ma ora le istituzioni devono fare la loro parte”. Camminata sull’Etna per inaugurare la stagione.
Abbiamo bisogno di aiuto e in fretta. Se i fondi stanziati per aiutare il comparto non arrivano entro la fine del mese, sarà troppo tardi”. Deciso e ben chiaro l’allarme di Gerardo Diana, presidente del Consorzio di Tutela dell’Arancia Rossa di Sicilia IGP. Un appello che arriva all’indomani dell’immissione sul mercato della nuova annata di produzione e che guarda già alla prossima primavera con sguardo preoccupato. Un prodotto eccellente, orgoglio del made in Italy in tutto il mondo, che pure sta soffrendo pesantemente. A mettere in crisi il settore, la siccità che lo scorso anno ha colpito duramente il territorio siciliano, con conseguenti difficoltà di irrigazione e la necessità di abbandonare interi agrumeti per via della poca acqua a disposizione. La razionalizzazione dell’acqua è stata una sfida pesante, aggravata dal fatto che i rimborsi previsti non arrivano: “Il grande sacrificio svolto dagli iscritti al Consorzio di tutela, che in maniera eroica sono riusciti a garantire l’irrigazione e quindi una bella pezzatura e qualità al prodotto, ci auguriamo che venga ripagato”, commenta Diana.
Tanta siccità, zero fondi
L’Etna, il territorio. Non è un caso se il 30 dicembre scorso, come accaduto negli ultimi 3 anni, una delegazione di produttori capitanata dal presidente abbia portato delle arance sulla sommità della Montagna (il nome affettuoso e reverenziale con cui a Catania chiamano il vulcano, ndr). Colei che, madre e matrigna, veglia su un territorio strettamente legato alla produzione di arance. Un’escursione, un omaggio, una rappresentazione. Quella della fatica e delle difficoltà a cui i produttori sono stati esposti nell’ultimo anno.
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Fonte: La Stampa.it