Il Sole 24 Ore
Tessile-abbigliamento 6,9%, industrie del legno e della carta-8%, articoli in gomma e materie plastiche -8,5%, energia -2,6%, alimentare -1,6%. Eccoli alcuni dei segni meno che fanno parte di una lunga sfilza di dati negativi che raccontano la debalce del manifatturiero al Sud crollato in un solo anno – il 2012 – del 54% (l’industria in senso stretto ha perso i1 4,7%). Un bagno di sangue che dura ormai dall’inizio della crisi e che nel giro di cinque anni, dal 2008 fino all’anno scorso, ha cancellato un quarto dei posti di lavoro (-23,9%) e della produzione (-24,9%) dimezzando anche gli investimenti (-44,5%). Come dire che un pezzo del Paese ha imboccato la strada della deindustrializzazione con il rischio di non tornare più indietro
, desertificando un tessuto produttivo che tra mille fatiche aveva fatto nascere piccole e medie imprese ora inghiottite in un buco nero, come i 158.900 posti di lavoro scomparsi dal 2009.