I professionisti hanno mostrato come consolidare i muretti a secco per rendere più stabile il terreno e come incrementare la biodiversità
Nuovi passi in avanti per tutelare il paesaggio vitato dalle precipitazioni intense e dalle erosioni provocate dal cambiamento climatico. A partire dal territorio collinare terrazzato del Soave DOP, sito FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per alimentazione e agricoltura) riconosciuto nel mondo come Giahs, Globally important agricoltural heritage system (in italiano Sistemi del patrimonio agricolo di importanza mondiale) che è divenuto pioniere per l’Italia nel progetto Soilution System, legato al Fondo Europeo per lo sviluppo rurale.
Attivata due anni fa dal Consorzio di Tutela del Soave con l’Università di Padova, in collaborazione con l’azienda capofila Coffele, Agrea (Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura in Emilia-Romagna), Consorzio Lessini Durello, Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta, Irecoop Veneto e Wba Project, l’iniziativa ha offerto nuovi input per ridurre il rischio ambientale e gestire in modo più efficiente i suoli.
Attraverso misurazioni, tecniche di consolidamento sostenibili e dimostrazioni sul campo, il 18 novembre un pool di professionisti ha mostrato come consolidare muretti a secco e ciglioni e valorizzare la biodiversità locale, proprio dove i vigneti sono posti a una significativa ma rischiosa pendenza.
“Tenendo conto dell’aumento nella frequenza di eventi climatici estremi abbiamo studiato approcci e sistemi di manutenzione che consentono una più efficace gestione per evitare l’erosione ed eventuali dissesti”, ha dichiarato Paolo Tarolli, responsabile scientifico del progetto e del Dipartimento Tesaf (Territorio e sistemi agro-forestali) dell’Università di Padova.
Se le tecniche presentate nelle due fasi dell’iniziativa aiutano a rendere più stabile il terreno, anche la biodiversità svolge un ruolo chiave. “La buona notizia è che è possibile coltivare uve anche in zone con elevata pendenza garantendo stabilità al terreno”, precisa Tarolli, “Possiamo, infatti, consolidare i muretti a secco con tecniche a basso impatto ambientale e popolare il suolo con specie autoctone che migliorano la biodiversità”.
Lo studio ha effettuato simulazioni in campo su siti sperimentali, dove sono state realizzate diverse coperture ai fini di minimizzare l’erosione. “L’obiettivo di Soilution System, che si concluderà l’anno prossimo, è fornire linee guida e un approccio multidisciplinare di interesse per tutte le aree vitate caratterizzate da elevata pendenza”, ha precisato inoltre Tarolli, “Così il territorio del Soave diventerà un modello per altre zone italiane a rischio”.
Fonte: L’Arena