La Repubblica
Si spostano sempre meno da casa, se non per andare al lavoro. Preferiscono passare più tempo su internet piuttosto che andare al cinema o allo stadio. Se spendono, i prodotti da acquistare vengono scelti attraverso tablet o smartphone e sempre meno recandosi in negozio. E in cima alla lista dei consumi, salgono le spese per la tecnologia digitale, mentre crollano sigarette, alcolici, scommesse, scarpe e vestiti. Anche il carrello della spesa si svuota, ma vanno in controtendenza i prodotti biologici o i cibi etnici. Dopo sette anni dall’inizio della recessione, la crisi ci consegna un italiano le cui abitudini si sono trasformate. Lo fotografa l’ultimo rapporto dell’ufficio studi della Coop, presentato ieri a Milano. Per la prima volta dal 2008, tra l’altro, i consumi complessivi nel 2014 avranno unsegno positivo: unpiù0, 2 per cento che assomiglia più un auspicio di ripresa piuttosto che a una vera ripartenza, visto che in sei anni si sono volatilizzati oltre 100 miliardi di spesa. E che, in ogni caso, come ha commentato il presidente nazionale di Coop, Marco Pedroni «la fase recessiva dovrebbe terminare con il 2015.
Ma è impossibile pensare che i consumi torneranno ai livelli dei primi anni Duemila». Le famiglie hanno saputo reagire «meglio delle imprese e della grande distribuzione» alla tempesta economica. E hanno riorganizzato le loro priorità. Il fatto che da due anni a questa parte abbiano ripreso a risparmiare (+1,7% nel biennio il livello dei depositi bancari) e sia diminuita la quota di pessimisti (solo il 39%degliitalianipensano ci siaun ulteriore peggioramento contro il 44% di un anno fa) significa che il quadro complessivononè più in evoluzionema si può disegnare una sorta di ritratto dell’italiano post-crisi. La novità più rilevante è che ci si muove sempre meno da casa. Gli spostamenti complessivi dal 2008 sono calati del 24%; e se quelli per lavoro sono scesi con l’aumento della disoccupazione (-23,2%), sorprende il -44,6% di spostamenti per il tempo libero. Cosa fanno, allora, gli italiani? Passano il tempo su internet o in cucina. Gli italiani, tra gli europei, sono coloro che destinano la quota maggiore del loro budget a cibo e bevande (il 18% dei consumi complessivi, quattro punti più della media Ue).
Smartphone e cibi bio per gli italiani in crisi la spesasi fa su Internet