Obiettivo: miglioramento genetico che assicuri piante più sane più resistenti, più produttive e anche più belle esteticamente
Innovazioni genetiche su limoni e Uva da Tavola di Mazzarrone IGP per “creare” delle varietà più resistenti e più redditizie. È il lavoro che stanno portando avanti alcuni ricercatori del Di3A, il dipartimento di Agricoltura Alimentazione e Ambiente dell’Università di Catania.
In particolare Chiara Catalano sta conducendo uno studio – nell’ambito della tesi di dottorato in Biotecnologie – finalizzato a migliorare geneticamente l’albero e i frutti del limone (e di recente ha pubblicato un articolo dal titolo “Reproductive Biology Factors Hampering lemon (C. limon Burm. E) Genetic Improvement” sulla rivista scientifica Agriculture).
La ricerca – realizzata insieme con Giuseppina Las Casas, Alessio Giuffrida, Filippo Ferlito, Mario Di Guardo, Alberto Continella, Stefania Bennici, Stefano La Malfa, Alessandra Gentile e Gaetano Distefano del Di3A e al Crea-Ofa di Acireale – è incentrata sui risultati della caratterizzazione, fenotipica e molecolare, di otto tratti relativi alla sterilità fiorale e alla poliembrionia in 40 varietà di limone, tra i quali molti cloni del gruppo Femminello.
“I caratteri evidenziati – spiega Catalano – sono tipici di molte specie del genere Citrus e fanno da ostacolo ai programmi di miglioramento genetico del limone con metodi tradizionali (incrocio), questi ultimi volti principalmente a migliorare la qualità dei frutti e la tolleranza a stress biotici e abiotic”.
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Fonte: La Sicilia