Sono 30 i casi sospetti di violazioni delle regole di etichettatura e commercializzazione riscontrati nei vini a marchio Sicilia DOP. È questo il risultato del primo anno di attività della task force attivata dal Consorzio di tutela Vini Sicilia DOP. Le etichette controllate all’interno di supermercati, enoteche, ristoranti e siti di e-commerce sono state complessivamente più di 300, sia in Italia sia in Germania e Svizzera. I casi sospetti sono stati trasmessi agli uffici della Repressione frodi (Icgrf) a cui spetta il compito, una volta accertata l’irregolarità, di applicare le sanzioni previste. Tra le irregolarità rilevate dal Consorzio di tutela quella più comune riguarda l’uso improprio del termine «Sicilia».
«Il sistema di vigilanza – ha evidenziato in una nota il direttore del Consorzio, Maurizio Lunetta – segue un piano di lavoro concordato annualmente con i vertici nazionali della Repressione frodi. Nel 2016 sono stati effettuati i controlli privilegiando la Sicilia, il Sud e Nord Italia, la Germania e i siti di e-commerce. Per il 2017 i riflettori saranno puntati ancora di più sull’estero e sui siti di commercio elettronico». Su questo tema c’è da rilevare che a seguito della recente modifica dei disciplinare igt «Terre Siciliane», che ha escluso tra le varietà che possono fregiarsi di questa etichetta il Nero d’Avola e il Grillo, dalla prossima vendemmia diventa obbligatorio l’imbottigliamento nell’Isola di queste due importanti tipologie di vino, qualora vengano commercializzate con il marchio Sicilia DOP. Si tratta di un importante passaggio che dovrà essere affrontato immediatamente per rispondere alla necessità di aumentare le capacità di imbottigliamento nell’Isola.
Questo aspetto è stato toccato nel corso di una riunione tecnica svoltasi all’Assessorato regionale all’agricoltura con lo scopo di coniugare al meglio gli interventi previsti dall’ocra vino con il Psr 2014-2020. Un altro aspetto evidenziato nell’incontro tecnico è stato quello di prevedere la possibilità di utilizzare varietà diverse da quelle indicate nei progetti presentati nell’ambito dell’ultimo bando riguardante la riconversione dei vigneti. Alla base di questa richiesta i repentini cambi degli scenari commerciali nel frattempo intervenuti dalla data di presentazione delle istanze e la impossibilità, da parte dei vivaisti locali, di fare fronte a tutte le richieste di barbatelle previste nei progetti. Su questo punto si aspetta un pronuncianento dell’assessore che si è riservato i verificare tale possibilità.
Fonte: L’Informatore Agrario