La Croazia ha chiesto nuovamente all’Ue di avviare la procedura per il riconoscimento della denominazione Prosek sulla scia del successo globale del Prosecco.
I vini del Veneto non sembrano avere pace. Perché la Croazia ha ufficialmente chiesto alla Commissione Europea il riconoscimento del marchio «Prosek», confidando evidentemente nel traino del nome trevigiano. Dal Veneto i timori sono di segno opposto, e cioè che sul mercato i due marchi possano venire confusi dai clienti.
La mossa croata non è una novità. Zagabria ci aveva già provato nel 2013 e allora la richiesta del Prosek era stata rispedita al mittente, proprio in ragione dell`enorme assonanza dei nomi.
Del resto, il vino trevigiano fa gola a molti, come dimostra l`esistenza del Prosecco dell`Australia e Produttori di Prosecco a Treviso del Prosecco della Nuova Zelanda, che certo non hanno nulla a che vedere con il “vero” Prosecco, sostengono da Treviso, dove c`è già chi annuncia lo scontro, per non vedersi scippare uno dei simboli della regione.
A guidare il fronte del “No” al Prosek è Luca Zaia, trevigiano, riuscito a fare ottenere alle colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene il riconoscimento Unesco di patrimonio mondiale dell`umanità. “Ogni tanto ci riprovano, come un vecchio tormentone”.
Sulla questione Prosek è intervenuto anche l`europarlamentare Paolo De Castro, ex ministro dell`agricoltura, che ha inviato una lettera al commissario all`agricoltura della Commissione Ue, Janusz Wojciechowski: “Di fronte alla richiesta di tutela di una menzione, “Prosek”, che altro non è se non la traduzione del nome “Prosecco”, bisogna ricordare che il regolamento Ue sull`organizzazione comune dei mercati agricoli stabilisce che le denominazioni di origine e indicazioni geografiche protette devono essere tutelate da ogni abuso, imitazione o evocazione, anche quando il nome protetto viene tradotto in un`altra lingua”.
Paradossalmente, il vino italiano potrebbe trovare un insperato aiuto nel paesino triestino di Prosecco, dal 2009 inserito nell`area Doc. Ai tempi della battaglia Tokaji – Tocai friulano, era stata proprio l`esistenza della storica regione ungherese a fare la differenza, così il vino italiano era stato costretto ad abbandonare il suo storico nome «Tocai». Adesso, con il Prosecco, il Friuli potrebbe prendersi una piccola rivincita.
Fonte: La Stampa