L’export vitivinicolo italiano traina la crescita dei prezzi dei vigneti più blasonati d’Italia. In controtendenza rispetto alle quotazioni dei terreni agricoli, i cui valori deflazionati sono in calo da dieci anni, in Veneto, Piemonte e Toscana i vigneti continuano ad apprezzarsi. Nelle aree del Chianti Classico e del Brunello di Montalcino, secondo uno studio dell’Area Research, di Banca Monte dei Paschi di Siena, i valori si sono triplicati dal 1999 ad oggi.
Un andamento che segue le buone performance dell’export vitivinicolo italiano, che ha superato i 5 miliardi di euro all’anno. Apprezzati all’estero soprattutto i vini a denominazione e gli spumanti. In calo del 5% le esportazioni di vino da tavola, sono invece raddoppiate quelle degli spumanti dal 2005 ad oggi. Ecco allora che i vigneti del Valdobbiadene salgono sul podio dei più costosi d’Italia, con una quotazione media di 405 mila euro a ettaro, preceduti solo da quelli bolzanini del lago di Caldaro (500 mila euro) mentre si conferma in prima posizione il territorio del Barolo, dove un ettaro di vigneto può arrivare a costare 600 mila euro. Appena fuori dal podio la Toscana, dove un ettaro di Brunello raggiunge agevolmente i 350 mila euro.
Nona e decima posizione per il Chianti Classico delle colline fiorentine e di quelle senesi, con 105 mila euro a ettaro di valore. Nella top ten dei vigneti più costosi italiani non è presente il sud, nonostante la Sicilia, seguita dalla Puglia, siano le regioni con la maggiore superficie vitata. Ordine inverso, però, se consideriamo i vigneti a denominazioni d’origine. A dominare, in questo caso, sono i 51 mila ettari della Toscana, seguiti dai 50 mila ettari del Veneto. È quindi il mondo vitivinicolo del Nord Italia a trainare il settore, riducendo la perdita della superficie viticola complessiva, passata da 792 mila ettari del 1999 a 632 mila ettari del 2014.
Fonte: Italia Oggi