L’olio Seggiano DOP promuove un convegno oggi con l’obiettivo far crescere ed evolvere il settore olivicolo oleario amiatino, in modo moderno, sostenibile e con attenzione all’innovazione, puntando all’ampliamento della produzione e delle aree olivate, attraverso anche il recupero di superfici abbandonate con importanti benefici agronomici, qualitativi e idrogeologici.
Il progetto si compone di una serie di azioni che possono essere riassunte nei seguenti quattro punti: individuazione, monitoraggio oliveti abbandonati e confronto con gli oliveti coltivati; sviluppo del sistema Dss (Decision support system); mappatura dell’area olivetata Seggiano DOP; e divulgazione dei risultati ottenuti. Un’operazione con risultati e ricadute economiche e ambientali importanti, come la valutazione dell’impatto degli oliveti abbandonati a livello agronomico (gestione mosca olearia), che contestualmente alla mappatura delle superfici olivetate nell’area DOP, permetterà di migliorare la conoscenza del territorio consentendo di adottare delle azioni di difesa e gestione su vasta scala. La realizzazione di un Dss, permetterà alle aziende di intervenire tempestivamente con riduzione dell’impatto sull’ambiente e minor consumo di risorse.
Un convegno in cui si metteranno a fuoco le maggiori problematiche del settore che sono costituite dal calo delle produzioni, dalla mosca olearia e dall’abbandono dei castagneti, fenomeni collegabili con i cambiamenti climatici in atto. Interverranno Daniele Rossi, sindaco di Seggiano, Luciano Gigliotti, presidente Consorzio Olio Extravergine di Oliva Seggiano DOP, Fabrizio Banchi, presidente Coop Unione Amiatina, e Domenico Saraceno, presidente Odaf Grosseto. La presentazione di “Cose di moda” è affidata a Giovanni Alessandri, coordinatore Pif Amiata Oleos, Edoardo Passalacqua, coordinatore Pif, Ruggero Petacchi della Scuola Sant’Anna Pisa. Altri interventi quelli di Susanna Marchi, Aedit Srl, Fabio Fabbri, dirigente Regione Toscana, Roberto Galloni, coordinatore del progetto sull’infestazione da mosca delle olive nell’Amiata Grossetana.
Fonte: Il Tirreno – Grosseto