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Voi comprate una pizza confezionata. L’involucro, con in bella vista i principali ingredienti, è allettante: pomodoro di San Marzano, cipolla di Tropea, mozzarella di bufala campana Dop. Non vedete l’ora di sedervi a tavola e gustarla. In realtà la cipolla non è di Tropea, Il San Marzano è coltivato in Cina, la mozzarella di bufala è lombarda. Oppure stappate una bella bottiglia di Barolo per onorare, poniamo, un piatto di pasta al pesto e anche stavolta state bevendo un Barolo che viene non dal Pemonte ma da una polverina e gustando, si fa per dire, spaghetti provenienti anch’essi da Pechino. Un Vino e un piatto falsi. E di falsi,ahimè , la catena alimentare italiana è piena. Anzi,l’onda del made in italy contraffato sembra inarrestabile. Ecco del 2012 un’allarmante sequenza di imbrogli: migliai di litri d’olio, spacciati per bio o per extravergine, sequestrati in Toscana, Emilia Romagna, Lazio, Puglia, Campania. 2.300 prosciutti col marchio Dop bloccati nel triangolo Modena-Parma-San Daniele, provenienti da maiali allevati con scarti alimentari.