La Sardegna è la maggiore produttrice e consumatrice italiana di zafferano: questa preziosa spezia, dotata di molteplici proprietà, occupa in Italia 50 ettari di superficie, di cui ben 35
coltivati in terra sarda. I restanti 15 ettari di produzione sono invece assicurati da Toscana, Marche, Abruzzo e Umbria. La produzione sarda è quasi totalmente destinata all’autoconsumo, mentre la coltivazione è concentrata soprattutto nel Medio Campidano e in particolare nei tre comuni di. San Gavino, Turri e Villanovafranca, che hanno saputo conservare una lunga tradizione dimenticata nel resto dell’Isola per quasi mezzo secolo, e che sono i soli a produrre lo Zafferano di Sardegna DOP; una denominazione di origine protetta ottenuta da pochi anni, che sta destando l’interesse del restante territorio.
La DOP rappresenta infatti una garanzia per consumatori e produttori, bombardati dallo zafferano estero, e assicura introiti maggiorati del 20% rispetto al prezzo corrente: «Al produttore è pagato circa 5 euro al grammo, mentre confezionato lo vendiamo anche a 12 euro al grammo. Proprio per questo invitiamo i produttori a iscriversi alla DOP», ha affermato Sandro Picchedda dell’azienda Itria di Turri. Lo zafferano viene coltivato in piccolissimi appezzamenti, soprattutto da parte di hobbisti, ovvero da agricoltori che desiderano integrare il loro reddito, ed è raccolto manualmente nell’arco di due settimane, tra la fine di ottobre e i primi 15 giorni di novembre. I bulbi vengono piantati ogni 5 anni, raggiungono la massima produzione al terzo anno e garantiscono una resa media per ettaro di circa 4-5 kg.
Fonte: L’Informatore Agrario