25-28 ottobre 2012 – Un legame sempre più forte è quello che unisce il Salone del Gusto e Terra Madre con il territorio piemontese e che ha visto in questi anni gli organizzatori,
Regione Piemonte, Città di Torino e Slow Food, avviare partnership con istituzioni e privati per realizzare il più importante evento eco-gastronomico al mondo che propone cibi buoni impegnandosi allo stesso tempo a ridurre l’impatto della manifestazione sull’ambiente. «Siamo contenti di annunciare che sarà il direttore generale della Fao, Josè Graziano da Silva, ad aprire il 24 ottobre al Palaolimpico la cerimonia d’inaugurazione del Salone del Gusto e Terra Madre. Appuntamento aperto al pubblico, che si potrà registrare sul sito dell’evento dalla prossima settimana. Ma i lavori di preparazione della manifestazione sono già in piena attività. Stiamo allestendo l’Oval e il Lingotto Fiere: l’area espositiva rispetto al 2010 è cresciuta del 20% con 80.000 mq allestiti e 1.000 espositori in arrivo da 100 Paesi: siamo fieri di portare a Torino prodotti che non sono mai usciti dai loro villaggi. Un’operazione possibile grazie anche alla collaborazione dell’Istituto Zooprofilattico del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta», racconta Roberto Burdese, presidente di Slow Food Italia, presso l’Aula Magna del Rettorato dell’Università di Torino, introducendo la conferenza di presentazione delle ultime novità dell’edizione 2012 e delle strategie di riduzione dell’impatto ambientale applicate quest’anno. «Sei anni dopo l’avvio del progetto Eventi a ridotto impatto ambientale, il peso del Salone del Gusto e Terra Madre 2012 sull’ecosistema sarà ridotto di oltre il 65% rispetto all’edizione di riferimento del 2006. L’evento ha davvero cambiato volto: ogni singola scelta strutturale e logistica è stata valutata in base a quanto e a come incide sull’equilibrio ambientale complessivo. Per raggiungere questi risultati, non è stato sufficiente contenere l’impatto sull’ambiente, ma nuovi processi sono stati attivati riducendo a monte i rifiuti non riciclabili e limitando al massimo le emissioni di CO2», ha spiegato Luigi Bistagnino, presidente del Corso di Studi di Design del Politecnico di Torino, responsabile scientifico del progetto insieme all’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Le performance sono migliorate e nuovi ambiti di azione sono stati sperimentati grazie all’impegno di decine di partner che credono nel progetto, tant’è che, nonostante sia stato avviato sei anni fa, rappresenta una frontiera di grande innovazione nel sistema fieristico nazionale e internazionale in cui la manifestazione continua a essere leader: «Le strategie di ridotto impatto ambientale sviluppate per il Salone del Gusto sono un modello che vorremmo applicare alle prossime manifestazioni sul nostro territorio. La comunità torinese è orgogliosa di ospitare questo evento: la presenza di Slow Food rafforza l’immagine della nostra città nel mondo e impreziosisce una strategia più ampia della città volta riportare l’agricoltura entro i confini urbani con il progetto Torino città da coltivare di cui Slow Food è un partner importante», ha dichiarato nel suo intervento Enzo Lavolta, assessore alle Politiche per l’ambiente, l’energia, lo sviluppo tecnologico, la qualità dell’aria e l’igiene urbana della Città di Torino. «Tra le iniziative di sensibilizzazione lanciate quest’anno, il Premio SlowPack, rivolto ai produttori italiani e stranieri che si distingueranno per l’imballaggio dei cibi, un elemento spesso poco considerato ma che può contribuire alla riduzione degli scarti all’origine e al riciclo di quelli che non è possibile eliminare», ha aggiunto Franco Fassio, docente del Corso in Progettazione di eventi sistemici di promozione gastronomica e turistica dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche.