ITALIA – Nella Gazzetta ufficiale Europea (GUUE L 398 del 27/11/2020) è stato registrato il prodotto Rucola della Piana del Sele IGP appartenente alla Classe 1.6. Ortofrutticoli e cereali, freschi o trasformati, l’Italia raggiunge quota 311 specialità Food ad Indicazione Geografica.
Italia– Rucola della Piana del Sele IGP
Classe 1.6. Ortofrutticoli e cereali, freschi o trasformati
Reg. (UE) 2020/1767 del 20/11/2020 – GUUE L 398 del 27/11/2020
Descrizione del prodotto. La denominazione Rucola della Piana del Sele IGP, designa le foglie di rucola riferibili alla specie botanica Diplotaxis tenuifolia (L.) DC. (fam. Brassicaceae), volgarmente denominata “Rucola selvatica”.
Aspetto e sapore. All’aspetto la Rucola della Piana del Sele IGP è caratterizzata da foglie larghe 2-5 cm e lunghe 8-25 cm, pennatifide o pennatosette o pennatolobate, con lobi stretti, lunghi fino a 4 cm e denticolati (talora con forte riduzione della dentatura fino ad essere del tutto intere). Esse, inoltre, sono glabre (con pubescenza pressoché nulla) ed opache-glaucescenti. Il segmento apicale è allungato-trilobo e le foglie superiori, se presenti, risultano a segmenti ristretti. La consistenza delle foglie è croccante, il loro aroma si contraddistingue per essere speziato e piccante particolarmente intenso e penetrante, con una accentuata nota di sapidità.
Zona di produzione. La zona geografica di produzione della Rucola della Piana del Sele IGP si estende nei comuni di Battipaglia, Bellizzi, Eboli, Pontecagnano – Faiano, Giffoni Valle Piana, Montecorvino Pugliano, Montecorvino Rovella e Capaccio-Paestum, in Provincia di Salerno, nella regione Campania.
Commercializzazione. La Rucola della Piana del Sele IGP è commercializzata fresca, confezionata in retine oppure in contenitori sigillati quali: vassoi, buste, vaschette, casse, con o senza l’impiego di atmosfera protettiva. I contenitori possono essere realizzati in plastica, legno, cartone o ogni altro materiale considerato idoneo, per uso alimentare. Non è ammessa la vendita di prodotto sfuso.
Fonte: Fondazione Qualivita