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La situazione la illustra Andrea Rossi, del Centro ricerche produzione animale (Crpa) di Reggio Emilia: «Da un lato, in Italia registriamo un’elevata produzione di suini pesanti immessi nel circuito DOP, accompagnato da una diminuzione di redditività delle produzioni e dalla difficoltà nel valorizzare gli altri tagli del suino pesante. Dall’altro lato, per coprire la domanda di carne fresca e quella di tagli destinati alle produzioni industriali, siamo costretti a ricorrere alle importazioni». Quest’ultima voce della nostra bilancia commerciale, per quanto riguarda le carni suine fresche e congelate, nel 2013 ha segnato quota 935mila tonnellate (+3,1%) per un valore di circa 2 miliardi di euro (+7,1%).
Di queste, 538.000 t hanno interessato cosce da lavorare (-0,7%), 147.000 t (+3,3%) carcasse o mezzene, 175.000 t (+15,5%) carni suine disossate e 34.000 t(+13,6%) pancette fresche. In aumento sono poi risultati gli arrivi di salumi di origine suina arrivati a oltre 43.700 t (+9,2%) (Dati Assica 2013).