Nuovi vitigni, resistenti e non, sono allo studio degli esperti e potrebbero affiancare la Glera contro la crisi climatica.
Il Consorzio di tutela: investiamo 1 milione all’anno per far fronte al global warming
Viticoltura ad altitudini maggiori, nuove varietà da sperimentare al fianco della Glera, studio di vitigni resistenti, ricerche scientifiche sul suolo. Il Prosecco Doc – la denominazione di maggior successo d’Italia che conta 28.100 ettari vitati, 10.398 aziende viticole, 1.173 vinificatrici e 364 case spumantistiche – sta per scrivere una nuova pagina della sua storia.
È il Consorzio di Tutela a guidare la rivoluzione per affrontare il cambiamento climatico. Rientra in questo obiettivo la ricerca di vitigni che nel futuro potrebbero affiancare la tradizionale uva Glera (il disciplinare già prevede l’uso di massimo il 15% di altre varietà) per creare un blend più forte contro le patologie della vite, a partire dalla peronospora che quest’anno ha fatto stragi in Italia.
Il Consorzio sta testando da un lato varietà a bacca bianca già presenti in Veneto e Friuli-Venezia Giulia, ma non previste nel disciplinare del Prosecco Doc come Grapariol (detto anche Raboso Bianco) e Boschera, entrambe ricche di acidità, dall’altro uve come l’Asprinio e le spagnole Macabeo e l’Albariño.
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Fonte: LaRepubblica.it