Editoriale a cura di Paolo De Castro – Presidente Comitato Scientifico Qualivita e vice presidente della COMAGRI UE
La rivista Consortium arriva in un passaggio cruciale per lo sviluppo del sistema dei prodotti italiani a Indicazione Geografica. Un passaggio in cui la connessione tra territori rurali e mercati globali va rinnovata e riscritta. I marchi di qualità dell’agroalimentare europeo sono, generalmente parlando, una storia di successo. Dopo una prima fase in cui sono cresciuti, grazie all’impegno e dopo lunghe battaglie dei consorzi, principalmente come dispositivi di tutela e di protezione, oggi alle Indicazioni Geografiche si guarda soprattutto come strumenti “offensivi”, nell’accezione degli interessi commerciali. Sono l’avanguardia dell’agroalimentare europeo in mercati globali che premiano non più solo gli scambi di commodities, ma anche i flussi di alimenti di qualità, in tutte le sue accezioni. Questo passaggio non è privo di incognite. Da un lato richiede un ampliamento del concetto di qualità, che va intesa non più solo come eccellenza e unicità, ma anche in termini di sostenibilità ambientale, fino a includere aspetti come il benessere animale. Dal punto di vista giuridico, inoltre, il sistema DOP IGP europee è unico al mondo e oggi deve conquistarsi tutele e spazi vitali in altri ordinamenti. A fronte di questa doppia sfida, Consortium può essere utile sia a far crescere il settore grazie allo scambio di informazioni, sia a far sentire il punto di vista dei territori rurali nelle dinamiche che li portano a confrontarsi con gli scenari globali.
Fonte: Consortium 2018/00