Toscana Oggi
Da qualche anno fioriscono le rivendite di vino sfuso. È un fenomeno tipico soprattutto nelle città; dove la ruralità fa parte della vita quotidiana è meno evidente. Nell’epoca del mercato globale che percorre freneticamente ogni angolo del globo, sembra di tornare indietro di decenni, al «vino del contadino». Secondo alcuni c’è una data d’inizio per questa rinascita: l’11 settembre 2001. Dopo le Torri Gemelle, si formò un pubblico che voleva continuare a bere bene, spendendo con saggezza ed equilibrio.Passata l’emozione del tragico evento, è rimasto il piacere di andare dal vinaio con la bottiglia vuota e tornare a casa, pregustando il nettare di cui, durante la mescita, abbiamo sentito il profumo spandersi nell’aria. Piace la possibilità di riempire le bottiglie giorno per giorno, per provare ogni volta un vino diverso (possibilità apprezzata soprattutto dai giovani), sicuri del giusto rapporto qualità-prezzo (non sempre facile da trovare).