Non è solo il fatto che la riforma proposta, che dovrà essere discussa dal Parlamento di Strasburgo e poi dal Consiglio Europeo, tende a creare un patchwork di regole per il quale chi esporta prodotti OGM in Europa rischia di non raccapezzarsi in contraddizione con il mercato unico europeo, che rappresenta la ragione per la quale l’America (ma chiunque altro) negozia con il blocco dei 28 Paesi e non con uno per volta. Il fatto è che la proposta di Junker e dei commissari sembra fatta apposta, nei contenuti e nella tempistica, per creare problemi ai negoziatori europei, in questi giorni impegnati a New York nella trattativa. E mette in difficoltà il TTIP.
Sin dall’inizio del negoziato transatlantico, la UE ha detto agli americani che gli OGM sarebbero stati fuori dagli argomenti sui quali si può trovare un accordo: l’Europa, infatti, è divisa tra chi è contrario a tutto tondo ad esempio Francia, Austria e in buona misura Germania e Italia e chi è favorevole Gran Bretagna, Spagna, Olanda. Però gli OGM rimanevano una questione negoziale, aperta. Ora, la proposta della UE li toglie di fatto dal tavolo delle trattative e questo ha già offerto agli americani una ragione per puntare il dito e sostenere che ciò crea problemi ai negoziati TTIP. Di fronte alla chiusura europea, dicono a Washington, sarà difficile superare le resistenze politiche e di lobby di chi in America ha dubbi sul patto transatlantico, in particolare le organizzazioni degli agricoltori che esportano OGM in Europa. La mossa di Bruxelles, insomma, consente agli americani di mettere in dubbio la volontà degli europei di arrivare a un accordo serio.
Fonte: Corriere della Sera