Una ricerca per rendere più «stabili» i vini spumantati, un’altra per migliorarne la penetrazione nei mercati esteri, e poi uno studio per trasformare in energia le acque reflue da cantina. La ricerca universitaria si mette al servizio dell’impresa, per migliorare il business del settore agroalimentare. Con questo obiettivo è stato organizzato nei giorni scorsi, da Regione Veneto e Veneto Innovazione, in collaborazione con Unioncamere del Veneto Eurosportello Veneto, il convegno «Ricerca e innovazione delle università del Veneto nel comparto vitivinicolo».
Sul palco del Polo Zanotto si sono alternati i rappresentanti del mondo della ricerca dei quattro atenei della regione: Mario Pezzotti per Verona, Viviana Ferrario per lo Iuav di Venezia, Cinzia da Ros dell’università Ca’ Foscari di Venezia e Vasco Boatto dell’ateneo padovano. In platea, aziende del comparto vitivinicolo interessate a ricerche innovative in grado di apportare benefici al loro business. Un esempio di quel legame tra università e mondo delle imprese sul quale sempre insiste il rettore dell’ateneo veronese Nicola Sartor. «Gli stessi finanziamenti comunitari», ha sottolineato ieri, «prediligono chi fa ricerca e chine utilizza i risultati. Diventa quindi fondamentale rafforzare questo rapporto, anche in una dimensione internazionale».
Fonte: L’Arena