Il presidente del Consorzio Grana Padano, Renato Zaghini, illustra gli obiettivi dell’iniziativa che crea un tavolo di lavoro con il mondo della ricerca e che può diventare un esempio da seguire per tutto il settore agroalimentare.
Fresco di nomina, il presidente del Consorzio di Tutela Grana Padano DOP, Renato Zaghini, si è subito trovato ad affrontare l’enorme sfida posta dall’epidemia di Covid-19, per la quale può però contare su un marchio riconosciuto in tutto il mondo e su progetti di grande respiro come il Life TTGG.
Zaghini, che cosa significa il progetto Life TTGG per il Consorzio Grana Padano?
“Il progetto Life TTGG è l’ultimo di una serie di attività di ricerca finanziate dal Consorzio Tutela Grana Padano nell’ambito dell’impronta ambientale, affidate ad atenei prestigiosi, dall’Università Cattolica del Sacro Cuore al Politecnico di Milano, ed iniziate nel 2007. Esso rappresenta un’evoluzione importante perché si è avvertita la necessità di creare un tavolo di lavoro con il mondo della ricerca per aprire un confronto serio e costruttivo sui temi ambientali legati alla filiera di produzione Grana Padano e per individuare insieme possibili soluzioni di efficienza.
Urgente ad esempio è il tema delle emissioni dirette di gas ad effetto serra prodotte dalle attività agricole legate alla produzione alimentare, che sono pari al 10-12% delle emissioni totali a livello mondiale ed impongono quindi di intervenire al più presto per mitigare l’impatto ambientale di un settore importante come quello lattiero-caseario. Tuttavia esistono altri elementi di criticità, come l’impoverimento delle risorse idriche, l’utilizzo di risorse fossili, l’eutrofizzazione e il consumo di suolo. Crediamo opportuna una valutazione complessiva di questi elementi con un’analisi che includa tutta la filiera per trovare soluzioni di efficienza che siano altrettanto coordinate e risolutive. Il progetto Life TTGG è un’alleanza per individuare procedure e tecnologie innovative che possano essere messe a disposizione di tutto il settore lattiero caseario, perché un problema globale ha bisogno di una risposta che inizi a livello locale e noi ci stiamo impegnando a fare la nostra parte. A conferma della sua rilevanza internazionale, il progetto ha già ottenuto un importante riconoscimento da Wipo, la World Intellectual Property Organization, che, in occasione dell’edizione 2020 della Giornata Mondiale della proprietà intellettuale sul tema “Innovare per un futuro verde”, lo ha segnalato tra le 21 iniziative di maggior rilievo a livello mondiale”.
Quali sono gli obiettivi che si è posto il Consorzio aderendo al progetto?
“L’obiettivo è orientare l’innovazione nel settore lattiero-caseario per promuovere l’efficienza dei processi produttivi ed il risparmio energetico e quindi abbiamo iniziato un percorso di miglioramento delle prestazioni ambientali della filiera. La tutela della qualità è da sempre una priorità assoluta per il Consorzio di Tutela del Formaggio Grana Padano, un autentico valore del quale oggi fanno parte il benessere animale e, con questo progetto, la sostenibilità. Per ampliare questa prospettiva abbiamo analizzato un campione rappresentativo di aziende della filiera per identificare tutti i parametri produttivi coinvolti, creando una mappatura completa e dettagliata dell’impatto ambientale dell’intera catena produttiva, che comprende anche le fasi di consumo e gestione dei rifiuti. L’obiettivo è quindi mettere a punto tecniche e soluzioni per migliorare le prestazioni ambientali del formaggio a pasta dura più consumato sulle tavole degli italiani. Puntiamo inoltre ad estendere il modello Life TTGG anche ad altri consorzi europei di formaggi DOP e successivamente a tutte le produzioni DOP e IGP, contribuendo, con l’esperienza acquisita, a trainare il settore verso una maggiore consapevolezza di questa attività per centrare l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale, sicuri che questa sia la strada per preservare la sostenibilità economica, a lungo termine, dell’intero settore agroalimentare”.
Quando si passerà alla fase operativa e con quali risultati?
“A indicare il percorso è la Commissione Europea, che attraverso la Raccomandazione 2013/179/UE, indica nella Pef – Product Environmental Footprint – la metodologia da utilizzare e la promuove tra le aziende, per misurare, comunicare e migliorare le prestazioni ambientali nel ciclo di vita dei loro prodotti. In questo ambito e con lo scopo di migliorare l’efficienza di tutta la filiera di produzione di formaggi DOP europei a pasta dura e semidura, il progetto Life TTGG svilupperà un software Strumento di Supporto per le Decisioni Ambientali (Ssda), in grado di assistere le aziende nella valutazione dell’impronta ambientale dei prodotti (Pef) e di incentivarne la riduzione, guidando le aziende stesse nell’adozione di soluzioni e tecniche volte a ottimizzare le prestazioni di tutto il ciclo produttivo. Si partirà quindi dalla produzione e la raccolta del latte passando dai caseifici fino ad arrivare a promuovere soluzioni di confezionamento in grado di incrementare la funzione di prevenzione del food waste anche attraverso la selezione di materiali a ridotto impatto ambientale e l’applicazione di mirate strategie di comunicazione.
Nonostante i mesi di pandemia abbiano complicato e rallentato la raccolta dati presso i soggetti della filiera coinvolti, dagli allevamenti ai caseifici, questo lavoro di screening è stato concluso e presto porterà ai primi risultati. La produzione di latte destinato alla trasformazione in formaggio Grana Padano DOP avviene in 4200 allevamenti situati in 34 province. Lo stretto legame con il territorio si riflette nelle qualità organolettiche del latte. Nella razione giornaliera delle bovine da latte non meno del 50% della sostanza secca deve essere apportata da foraggi ed almeno il 75% della sostanza secca dei foraggi deve provenire da alimenti prodotti nel territorio di produzione del latte, quindi nelle province di riferimento. Tali condizioni hanno l’obiettivo di valorizzare il più possibile il territorio di produzione del latte, zona caratterizzata dalla coltivazione di mais, cereali autunno-vernini ed erba medica, per la pianura, e prati polifiti naturali e permanenti per la montagna. L’impegno del Consorzio nel sostenere, negli anni, progetti di ricerca ha spinto gli allevatori ad investire nel miglioramento genetico delle razze allevate, nel benessere animale, in tecnologie di stalla e di campo, con l’obiettivo di incrementare l’efficienza produttiva e la qualità del latte seguendo i principi della sostenibilità nel suo complesso. Se guardiamo ai caseifici, molti hanno già adottato strategie di miglioramento e stanno tuttora investendo in efficienza energetica. Questo dimostra che è possibile ridurre in modo considerevole i consumi del caseificio e gli strumenti sviluppati con il progetto Life Ttgg saranno fondamentali per supportare i produttori di Grana Padano nella scelta di soluzioni di efficienza energetica. Il software Ssda sarà un punto di riferimento per creare nei consorziati la consapevolezza dei propri consumi e delle opportunità di miglioramento”.
Quali saranno gli step successivi, sempre con obiettivi legati alla sostenibilità, per il Consorzio Grana Padano?
“A livello europeo e nazionale sono in fase di elaborazione linee guida e politiche che permetteranno alle aziende virtuose di ottenere un riconoscimento istituzionale con un marchio di sostenibilità, chiaramente riconoscibile anche dal consumatore finale: Si tratta dello schema nazionale “Made Green in Italy” del ministero dell’Ambiente e della “European green claims initiative” prevista dal Circular Economy action Plan 2020, entrambi basati sulla Product Environmental Footprint – Pef. L’obiettivo del Consorzio è di promuovere l’applicazione dell’impronta ambientale Pef tra i suoi consorziati, guidando le imprese di tutta la filiera nell’adozione di strategie di efficienza. Stiamo sviluppando una strategia a lungo termine per il Consorzio in cui, attraverso degli obiettivi ben definiti, guidiamo i produttori nel miglioramento delle loro prestazioni ambientali. Vogliamo che il Grana Padano sia per il consumatore garanzia di qualità e di sostenibilità”.
Fonte: La Repubblica