Intervista a Stefania Saccardi, vicepresidente della Regione Toscana e assessore all’agricoltura, che racconta a Consortium una regione che produce qualità per vivere in qualità.
In Toscana l’agricoltura è un’attività sviluppata con questo obiettivo semplice: produrre qualità per vivere in qualità. È così che si preservano i territori, l’ambiente, la cultura gastronomica, le specificità e soprattutto le comunità che rendono viva, ospitale e accogliente questa regione che ha un comparto agroalimentare e vitivinicolo di qualità forte di 89 denominazioni DOP e IGP, 31 nel cibo e 58 nel vino.
Nelle produzioni DOP IGP regionali quali sono le produzioni che possono essere esempio di buone pratiche e traino economico? Quali le eventuali criticità del settore post Covid-19?
Con un tessuto produttivo di oltre 45mila imprese agricole e circa 3.200 imprese agroindustriali, il settore agroalimentare della Toscana apporta 2,3 miliardi di euro dei 3,5 di valore aggiunto complessivi. L’impatto economico delle sole produzioni IG certificate toscane nel 2019 è stato di 1,1 miliardi di euro, di cui 152 milioni per il segmento “Cibo” (34 tra DOP, IGP e STG) e 1 miliardo per il segmento “Vino” (qui, tra DOP e IGP, arriviamo a ben 58). A questi due asset di certificazione aderiscono oltre 19.000 imprese. Oltre alle certificazioni IG, la Toscana ha arricchito negli anni la sua offerta con importanti certificazioni di processo, sia biologica che integrata. Oltre al primato del vino di qualità (2° posto tra le regioni con 1mld di euro nel 2019), per il Cibo la Toscana figura al 9° posto tra le regioni, ma con certificazioni significative nel panorama italiano: tra queste il Toscano IGP, 1° olio EVO, le carni di Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP, Prosciutto Toscano DOP e Finocchiona IGP, due prodotti bandiera della salumeria toscana insieme al Lardo di Colonnata IGP e alla Mortadella di Prato IGP, il Pecorino Toscano DOP e Pecorino delle Balze Volterrane DOP, o ancora il comparto dolci con i Cantuccini Toscani IGP, Panforte di Siena IGP e Ricciarelli di Siena IGP e il Pane Toscano DOP, uno degli ultimi riconoscimenti ottenuti. Riteniamo fermamente che ogni prodotto abbia le sue fasi, preparazione/riconoscimento/prima implementazione della certificazione/ tutela /promozione. Ma perché tutto ciò si realizzi è necessario ampliare il più possibile la base associativa degli operatori della filiera che, condividendo costi, fatica, conoscenza, ruolo, riescano a parlare con una sola voce ai consumatori. Apportare innovazione nelle filiere certificate vuol dire far crescere la conoscenza, la consapevolezza tra gli operatori dei cambiamenti del futuro: nuovi rapporti commerciali interni e internazionali, la digitalizzazione, nuove normative sull’etichettatura degli alimenti, la lotta ai cambiamenti climatici e le sfide poste dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.
Quali sono gli effetti più evidenti della pandemia sull’agricoltura toscana?
La pandemia da Covid-19, che ha sconvolto l’intero globo, ha prodotto effetti anche in Toscana e coinvolto anche le produzioni di qualità, soprattutto incidendo sui consumi legati al canale Horeca e all’incoming turistico (la sola Toscana conta oltre 5.000 agriturismi). Considerando le sole 14 denominazioni vinicole, c’è stato un calo di immissione sul mercato del 5,5% del 2020 rispetto al 2019 e aspettiamo di vedere i dati per il Cibo per una valutazione complessiva, anche se sappiamo che i consumatori hanno ricercato maggiormente prodotti con origine e qualità certa.
Quali sono le iniziative svolte dalla Regione per la valorizzazione e la ripresa?
La Regione Toscana mette in campo diverse iniziative promozionali, sia direttamente, sia tramite i fondi strutturali del PRS (la cui dotazione è stata, tra l’altro, incrementata) che tramite la misura OCM vino. Le più importanti iniziative organizzate direttamente dai nostri uffici, in collaborazione col sistema camerale (in particolare con la Camera di Commercio di Firenze) ed Assocamere Estero, sono Buyfood Toscana, Buywine Toscana (quest’ultima, affiancata alle Anteprime di Toscana, durante le quali i Consorzi di tutela dei vini presentano le nuove annate) e la Selezione degli Oli extravergine di oliva DOP e IGP della Toscana. Gli scenari macroeconomici attuali rendono necessaria una riprogettazione continua delle azioni, la sfida è: cambiare i format ma mantenerne la qualità e l’efficacia. Tra le nuove iniziative, c’è il format digitale “#RET – Storie di Resilienza Enogastronomica Toscana”, un web talkshow che dà voce ai Consorzi del Cibo e Vino toscani. Crediamo che le attività di promozione e informazione su vari livelli territoriali contribuiranno ad incrementare la conoscenza dei segni della qualità, ancora poco affermati tra i consumatori europei.
A cura della Redazione
Fonte: Consortium 2021_01