Intervista all’assessore all’agricoltura della Regione Puglia, Donato Pentassuglia, nel cui racconto a Consortium emerge un territorio che crede nella ricchezza delle risorse agroalimentari, scommettendo sulle DOP IGP.
La Puglia agricola è una delle regioni di rilievo a livello nazionale, un territorio che ha puntato sulla ricchezza delle sue risorse agroalimentari e che, negli anni, ha investito in politiche di valorizzazione e tutela delle sue eccellenze. Vocata da millenni all’agricoltura, con oltre il 10% della superficie coltivata nazionale, la Puglia detiene il primato per unità di forza lavoro impegnate nel settore e vanta oggi un cospicuo patrimonio di produzioni di qualità conosciute e riconosciute in tutto il mondo.
Assessore Pentassuglia, quanto è rilevante il settore agroalimentare in Puglia per favorire il consolidamento e lo sviluppo dell’agricoltura e dell’economia pugliese?
La nostra regione possiede una ricchezza inestimabile in ambito agroalimentare, elemento fondamentale e strategico per la tenuta di tutto il sistema agricolo. Il settore delle produzioni di qualità, che comprende 60 prodotti a Denominazione di Origine Protetta e a Indicazione Geografica Protetta – di cui 22 appartenenti al settore Cibo e 38 al settore Vino – rappresenta un’eccellenza, soprattutto grazie agli elevati standard qualitativi. Tutelare e riconoscere il valore delle produzioni locali significa difendere le peculiarità di una regione naturalmente predisposta all’agricoltura, ma anche sostenere l’impegno dei nostri produttori, che di generazione in generazione, con il supporto di politiche mirate, svolgono un ruolo insostituibile. Mi preme fare anche un cenno alle nostre produzioni biologiche, la cui certificazione è garanzia di qualità per il consumatore: la Puglia è regione bio per eccellenza. A livello nazionale registriamo il maggior numero di operatori impiegati (9.380 unità) e siamo la seconda regione per superfici e produzioni coltivate con metodi sostenibili. Per il primo semestre del 2020 annoveriamo complessivamente 7.044 produttori esclusivi – ovvero aziende agricole – che rappresentano il 77% del totale delle imprese del sistema. I produttori-preparatori costituiscono la seconda tipologia di operatori più diffusa, anche se numericamente meno importante della prima (14%), seguiti dai preparatori esclusivi (8%).
Le certificazioni dei prodotti agroalimentari non sono solo un mero riconoscimento, ma un volàno per la crescita dell’economia di un territorio tanto da aprire nuovi scenari per tutte le filiere, anche sui mercati internazionali. A tal proposito, assessore, quale incidenza hanno le produzioni agroalimentari DOP IGP sull’export?
L’export delle DOP e IGP agroalimentari e vitivinicole pugliesi, ha raggiunto nel 2019 i 440 milioni di euro, posizionando la Puglia al decimo posto tra le regioni italiane per impatto economico. Di questi, il dato più rilevante è quello del vino che, con 407 milioni di euro di esportazioni, ha registrato addirittura un incremento del +13,4% sull’anno precedente. Purtroppo la crescita del comparto ha subìto una battuta di arresto in molte delle sue filiere, a causa del periodo di crisi generato dagli eventi pandemici che hanno caratterizzato tutto il 2020. Ma stiamo lavorando affinché con la ripartenza si possa recuperare immediatamente.
Quali sono stati i settori maggiormente colpiti dalle rigide misure restrittive adottate per fronteggiare l’emergenza da Covid-19 e quali le azioni regionali a supporto?
La pandemia ha assestato un terribile colpo all’economia nazionale e, naturalmente, regionale, attraverso lo shock dell’offerta dovuto alla perturbazione delle catene di approvvigionamento, all’azzerata o ridotta domanda da parte delle filiere, dell’indotto e dei consumatori, all’incertezza sui piani di investimento e alla scarsa liquidità delle imprese. La crisi pandemica si è abbattuta su tutte le filiere produttive e ha messo a dura prova la tenuta dell’intero sistema economico agricolo. I primi interventi regionali sono stati indirizzati principalmente ai settori florovivaistico e lattiero caseario, attraverso bandi utili a ristorare parte delle perdite da invenduto. In particolare, per il settore lattiero caseario, il ridimensionamento della domanda sul mercato, legata specialmente al canale Horeca, ha comportato la disponibilità di consistenti quantitativi di latte a prezzi inferiori ai costi di produzione, con conseguente difficoltà di assorbimento nei caseifici. Anche attraverso il PSR, con l’attivazione della Misura 21, dedicata al sostegno eccezionale degli agricoltori colpiti dalla crisi da Covid-19, si sta cercando, attraverso piccole iniezioni di liquidità, di far ripartire i settori florovivaistico, vinicolo e delle imprese agrituristiche.
Il momento storico sta inevitabilmente costringendo imprese e amministratori a ripensare il ruolo dell’agroalimentare. Che idea si è fatto? Quali i punti di forza, quali di debolezza?
L’evoluzione del settore primario nell’ambito del mutato scenario europeo e internazionale, anche in considerazione degli effetti pandemici, ha fatto emergere la necessità di caratterizzarne al meglio il ruolo e di ripensare nuovi percorsi e modelli di sviluppo per il suo potenziamento. Il comparto agroalimentare di qualità pugliese ha in sé la forza per la ripartenza e gli elementi per governare i cambiamenti richiesti sia dal mercato che dalla politica; occorre al contempo saper rispondere alle nuove priorità del consumatore, che vanno dalla sicurezza alla sostenibilità, attraverso la preparazione delle imprese, la loro aggregazione e il ruolo dei Consorzi di tutela come riferimento fondamentale dell’intero ambito agroalimentare. La politica ha il dovere di sostenere il settore nella valorizzazione e nella tutela delle produzioni di qualità regionali con strumenti idonei a garantire al consumatore la rispondenza a determinate caratteristiche produttive e organolettiche, strumenti che allo stesso tempo non siano eccessivamente onerosi per i produttori. Questi ultimi dovranno puntare sull’innovazione nei processi, nei prodotti e nei sistemi integrati che governano le filiere, affrontando le sfide del futuro, valorizzando il patrimonio genetico locale e mantenendo una qualità più attenta al rispetto dell’ambiente e al benessere animale, secondo le linee tracciate dall’UE per la nuova PAC. Si dovrà porre attenzione anche alle proprietà salutistiche e alla valenza nutraceutica dei prodotti agroalimentari, diffondendo una cultura della tracciabilità in tutte le sue fasi. La caratterizzazione qualitativa delle produzioni food and wine regionali rappresenta un elemento centrale, direi il presupposto indispensabile per la realizzazione dei nuovi obiettivi della Puglia in vista della programmazione del nuovo Piano strategico.
A cura della redazione
Fonte: Consortium 2021_02
Per approfondire
https://www.regione.puglia.it/web/agricoltura