Secondo il “Rapporto sul turismo dell’olio: spunti e opportunità”, realizzato da Roberta Garibaldi con Città dell’Olio e Unaprol-Coldiretti, il turismo oleario è in crescita e ha già raggiunto il 15% dei viaggiatori.
La visita a un frantoio è un’esperienza ancora poco praticata tra i turisti, con ampi margini di crescita legati anche al contenuto healthy dell’esperienza e all’inserimento dell’olio Evo come prodotto di bellezza e di cura della persona, dalla tavola alle spa e ai centri benessere.
È quanto emerge dal primo Rapporto sul turismo dell’olio, elaborato da Roberta Garibaldi professore universitario e già autrice del Rapporto annuale sul turismo enogastronomico su iniziativa delle associazioni Città dell’Olio e Unaprol-Coldiretti.
Secondo il Rapporto, il 15% dei turisti italiani ha già preso parte, negli ultimi tre anni, alla visita in un’azienda olearia, percentuale che sale al 19% nel caso del turista orientato alle esperienze enogastronomiche.
In particolare, solo l’11% della fascia d’età 18-24 anni e solo il 10% della fascia 25-34 vi ha preso parte, mentre tra gli over 65 anni la percentuale sale al 23%. A fronte di questa “concretizzazione minoritaria”, i dati del Rapporto fanno emergere il forte appeal dell’olio extravergine e dei suoi luoghi di produzione, ma anche della cultura dell’olio, tra i turisti.
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Fonte: OlivoNews.it