Presentata a Roma a dicembre 2023 l’indagine annuale che analizza i dati economici, produttivi e gli impatti territoriali del settore italiano DOP IGP, alla presenza del Ministro Lollobrigida e dei referenti del settore
In uno scenario macroeconomico condizionato dalla crisi energetica e climatica, la Dop economy italiana mostra ancora una volta un quadro positivo contrassegnato da valori record, anche se la prospettiva appare molto incerta. Se da un lato la recente approvazione della Riforma europea sul sistema delle Indicazioni Geografiche prevista nella strategia Farm to Fork rappresenta un elemento di grande opportunità, dall’altro l’indagine di settore realizzata da Origin Italia e Fondazione Qualivita presso i Consorzi di tutela e le Associazioni di produttori delle DOP IGP rileva con chiarezza come le emergenze climatiche, le problematiche fitosanitarie, la fluttuazione dei mercati internazionali, la crescente inflazione degli ultimi mesi e l’attuazione di alcune norme controverse contribuiscano a creare una condizione di instabilità per il settore.
Come afferma Mauro Rosati, Direttore Generale della Fondazione Qualivita, per affrontare questo complesso scenario serve un vero e proprio cambio di paradigma: “Il settore delle DOP IGP cresce nonostante un quadro congiunturale difficile ed è un dato indubbiamente positivo. Gli 890 mila occupati nella fase agricola e di trasformazione esprimono un ulteriore elemento di valore della Dop economy da non sottovalutare. Permangono le criticità, a partire dalle emergenze climatiche che coinvolgono da alcuni anni tutta l’agricoltura, ma in particolare le produzioni DOP IGP legate a micro-areali.
La Riforma europea apre una nuova fase per la qualità agroalimentare italiana che impone a tutti gli attori una riflessione su tre punti cardine: governance dei territori, rapporto con il consumatore e ricerca scientifica.
L’indagine che abbiamo realizzato testimonia come proprio la ricerca sia già divenuta uno degli asset primari di investimento dei Consorzi di tutela per accompagnare l’evoluzione delle filiere, in linea con la strategia europea e italiana, che solo attraverso il PNRR ha destinato risorse per quasi 500 milioni di euro alla ricerca scientifica sull’alimentazione e sulle nuove tecnologie in agricoltura.
Possiamo lavorare insieme ad un nuovo paradigma della qualità italiana anche con il sostegno delle recenti misure del Governo e del Ministero”.
In questa fase di trasformazione, le filiere dei prodotti agroalimentari e vitivinicoli DOP IGP hanno necessità di condividere sforzi e strategie con le istituzioni come successo negli ultimi mesi con il DDL Made in Italy e due fondi da 25 milioni di euro – uno per il comparto vino e uno per il comparto agroalimentare – istituiti con due distinti Decreti del Ministero dell’agricoltura per la promozione e l’apertura di nuovi mercati.
Come ha ribadito il Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida alla presentazione del Rapporto Ismea-Qualivita 2023: “Quelli legati alle Indicazioni Geografiche sono valori intrinseci nei nostri produttori, queste filiere non sono solo un obiettivo di un Paese che non guarda alla quantità. L’Italia punta alla qualità e noi vogliamo difenderla creando sinergie e rafforzando il vero sistema Paese in tutto il mondo. Il nostro impegno è attuare anche una visione strategica che impedisca la proliferazione dei marchi di qualità pubblici e l’affermazione di etichette scorrette che disorientano il consumatore”.
L’impatto che la Dop economy con le sue produzioni non delocalizzabili ha lungo tutta la penisola rimane fattore centrale dello sviluppo sostenibile dei territori italiani. Come ha documentato Maria Chiara Zaganelli, Direttore Generale ISMEA, presentando i dati dell’indagine in un contesto macroeconomico sfavorevole e instabile, le produzioni DOP e IGP hanno continuato a esercitare il loro impatto positivo in numerose aree: “Insieme ai valori produttivi le filiere a Indicazione Geografica hanno contribuito ad attrarre flussi rilevanti di turismo enogastronomico, diffondendo la reputazione della qualità agroalimentare italiana e mantenendo vitale il tessuto socio-economico di aree rurali spesso interne.
Un settore in continua crescita che non sviluppa quindi solo valore economico sui territori. Con 890.000 contratti di lavoro nel settore IG, la Dop economy afferma anche un valore sociale, etico e occupazionale indiscutibile. Si tratta di un settore che si caratterizza per la sua eterogeneità, e proprio per questo è importante che non sia sottoposto a frammentazione da spinte localistiche, che mantenga un legame con i territori attraverso un sistema coeso che permette di esprimere nel mondo l’eccellenza italiana”.
A cura della redazione
Fonte: Consortium 2023_04