Nasce il Consorzio di tutela per il pistacchio di Raffadali Dop: nel comune agrigentino presenti 500 ettari
Firmato protocollo con la Zecca dello Stato. Il presidente Frenda: “Così il consumatore può tracciare la filiera”
Promozione, diffusione e conoscenza della Denominazione di Origine e del Pistacchio di Raffadali DOP, il neonato consorzio riconosciuto con un decreto del 4 dicembre scorso da parte del Ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, ha le idee ben chiare sullo sviluppo e la crescita dei suoi produttori e del territorio di riferimento: un risultato che ha permesso al nuovo ente di avere il 100% della rappresentatività del prodotto certificato e che ha già in essere un protocollo d’intesa con la zecca dello Stato.
Nato come associazione di un gruppo di quattro produttori per portare avanti il progetto della Dop nel 2017, oggi è una realtà che racchiude 500 ettari di pistacchieto (di cui 150 aderenti alla filiera del consorzio) e 15.000 kg raccolti nel 2023: “In questo percorso di valorizzazione siamo uniti e con obiettivi ben chiari – racconta il presidente Calogero Frenda promozione ma soprattutto sviluppo e sostegno a qualsiasi iniziativa intesa a valorizzare il Pistacchio di Raffadali DOP e ad accrescere l`immagine e la notorietà”.
Tra le azioni messe in campo il qr code che viene rilasciato dal portale dì CSQA (l’organismo di controllo) e che prossimamente sarà stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato: “Tramite il portale elettronico relativa alla tracciabilità, ogni confezione ha un qr code che identifica unicamente come lotto di produzione e data di confezionamento – sottolinea il produttore Carmelo Bruno – si tratta di una garanzia straordinaria per il consumatore per risalire fino all`origine della filiera e quindi dagli alberi di provenienza rimanendo legati al nostro territorio”.
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Fonte: Quotidiano di Sicilia