Lo chiamano “Trevisan Radicchio”, e a volte ci abbinano pure la polenta, ma lo producono (e lo vendono) in California, a 10 mila chilometri dalla città di cui porta il nome. Confidando nell’ingenuità dei consumatori, che lo comprano convinti di trovare il vero Radicchio Rosso di Treviso IGP. Il trucco, però, è destinato ad avere vita breve: il Consorzio di tutela del Radicchio Rosso IGP ha appena stretto un accordo per la tutela legale del marchio anche al di fuori dell’Unione Europea, che consentirà di bloccare i tarocchi sui mercati internazionali. L’annuncio è arrivato ieri, a margine delle celebrazioni per i vent’anni della denominazione in Piazza Borsa a Treviso, e l’accordo sarà effettivo dai prossimi mesi.
Di solito il mercato dei tarocchi si era appassionato al Prosecco DOP, stavolta tocca al Radicchio IGP lungo difendersi, prodotto di nicchia (89 soci del Consorzio e 500 ettari fra Treviso e Castelfranco) ma capace di un fatturato annuo di 50 milioni. Difficile dire quanto incida il mercato delle imitazioni, ma di certo è una costante spina nel fianco dei produttori. «Il marchio legale sarà finalmente tutelato anche al di fuori della Comunità Europea» ha quindi annunciato, ieri, Paolo Manzan, presidente del Consorzio del Radicchio Rosso di Treviso lGP, «abbiamo stretto un accordo con uno studio legale perché la nostra IGP sia registrata anche negli Stati Uniti, in Canada e in Australia, Paesi in cui era facile imbattersi in prodotti con nomi simili ma provenienti da altre località, in grado di trarre in inganno il consumatore. L’accordo sarà effettivo nel giro di qualche mese. A questo progetto hanno lavorato tutti, il Consorzio è stato aiutato da Regione Veneto e Camera di Commercio».
Ieri è arrivata la benedizione del governatore Luca Zaia: «Bene l’iniziativa del Consorzio, è necessario che tutti i produttori si associno ma servirebbe anche la regia del governo. E’ assurdo che gli ispettori vadano a cercare le persone nei vigneti durante la vendemmia, e poi non facciano la voce grossa con chi imita i nostri prodotti». Non è l’unica novità nel campo della tutela dei marchi: ieri mattina il governatore ha annunciato l’inizio dei lavori per la creazione della Cat, “Certificazione Ambientale Totale” per tutti i prodotti dell’agroalimentare veneto: «Un marchio che riconosca la bontà delle lavorazioni adottate dall’intera filiera in termini di rispetto dell’ambiente e salubrità dei prodotti utilizzati. Lo vogliono i consumatori».
Fonte: La Tribuna di Treviso