A dieci anni dal riconoscimento europeo dell’IGP per il Radicchio di Chioggia, il Consorzio adegua il disciplinare di produzione all’evoluzione delle modalità di coltivazione e delle esigenze di mercato.
«È stato un lavoro paziente e meticoloso – spiega il presidente del Consorzio di tutela, Giuseppe Boscolo Palo – che abbiamo svolto di concerto con la Regione Veneto, prima, e con il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, poi. Il disciplinare non è stato stravolto, ma sono state apportate piccole ma sostanziali modifiche che hanno tenuto conto delle esigenze sia dei produttori che degli operatori commerciali».
«Gli aspetti produttivi – prosegue Boscolo, entrando nei dettagli – riguardano innanzitutto il peso del cespo, che viene fissato tra i 200 e i 600 grammi per entrambe le tipologie, precoce e tardivo; consentendo di proporre un ottimo prodotto adatto alle diverse destinazioni del mercato. Infatti, il consumatore potrà scegliere le pezzature di peso inferiore se si tratta di single o quelle medio grandi per la famiglia. Inoltre, l’industria del lavorato, soprattutto quella della IV gamma, richiede un prodotto più grande, più pratico da lavorare e con una migliore resa. C’è poi la densità colturale, finora talvolta soggetta a contenziosi interpretativi con l’Organismo di controllo e di certificazione, che ora viene portata a 10-14 piante per metro quadro nella tipologia precoce e 8-12 piante per metro quadro nella tipologia tardivo. Si tengono così in conto lo sviluppo e l’applicazione di nuove tecniche colturali (uso di serre, tunnel, pacciamature, meccanizzazione del trapianto, ecc…), che comportano la possibilità di modificare i sesti d’impianto della cultura, attuando nelle file coltivate una maggiore variabilità nella densità di piante a metro quadrato, in modo da ottenere pezzature di peso e volume decrescenti all’aumentare del sesto d’impianto, a seconda della destinazione commerciale del prodotto».
«Aspettiamo impazienti la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, che dovrebbe avvenire entro i prossimi mesi – conclude il presidente Boscolo – per poter applicare il nuovo disciplinare già dalle produzioni della prossima primavera. Questo dovrebbe rinfrancare la fiducia dei nostri produttori di radicchio, soprattutto quelli più professionalmente preparati e legati al territorio dato che, voglio sottolinearlo con forza, resta ferma e consolidata nel disciplinare l’autoproduzione del seme quale caratteristica peculiare per arrivare a produrre Radicchio di Chioggia IGP. Credo sia l’unico modo per differenziarsi nel mercato, evidenziando la forte identità territoriale del nostro radicchio. Invito quindi gli orticoltori ad attivarsi per la certificazione della produzione e ad entrare nel Consorzio di tutela, che da 10 anni ormai sostiene la promozione del Radicchio di Chioggia IGP. Sia ai produttori che agli operatori commerciali dico: Se non ora, quando?».
Fonte: Freshplaza.it