Il coronavirus sta ammazzando il Radicchio di Chioggia IGP. Dal prezzo di produzione di circa 70 centesimi al chilogrammo, in questi primi giorni di raccolta al produttore ne vengano riconosciuti soli 25. Se poi si aggiungono la fase di lavorazione e trasporto, alla distribuzione costa in tutto 60 centesimi al chilogrammo. E il consumatore finale lo trova in supermercato intorno ai 2 euro al chilo. Con i canali Horeca bloccati al pari delle esportazioni, i consumisono dimezzati, ma non la produzione.
Le richieste sono di circa 600 quintali al giorno a differenza dello scorso anno, e delle annate precedenti, quando durante lo stesso periodo si raggiungevano i 3 mila quintali. “Serve una soluzione immediata da prendere con urgenza perché è a rischio la sostenibilità del comparto, considerando che il guadagno degli ortolani di Chioggia si fa per un buon 70% nella stagione primaverile” commenta il direttore di Coldiretti Venezia, Giovanni Pasquali. “In questo momento difficile, vi è la necessità di un provvedimento che preveda il ritiro dal mercato, di almeno una parte di produzione invernale stoccata, che si stima essere tra i 15 mila e i 20 mila quintali che potrebbe essere donata alle persone indigenti, lasciando cosi spazio e respiro al ra-dicchio in raccolta” spiega.
“In ogni caso, serve comunque un cambio culturale e operativo per aspirare ad un giusto riconoscimento del valore sul mercato del Radicchio di Chioggia IGP” gli fa eco il presidente di Coldiretti Venezia Andrea Colla, d’accordo con Giuseppe Boscolo Palo, presidente del Consorzio del Radicchio IGP di Chioggia e del Mercato Ortofrutticolo di Chioggia nel dire che sia necessaria una governace “in grado di correggere le distorsioni operative fin’ora riscontrate di assoluta mancanza di regole, tracciabilità e trasparenza”.
Fonte: Voce di Rovigo