L’intervista al direttore di Qualivita Mauro Rosati, che racconta i venti anni di lavoro della Fondazione e affronta i temi della crisi, partendo dall`incontro dei primi di marzo con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella per parlare di produzioni agroalimentari e vitivinicole italiane. “Quel momento, dopo venti anni di fatica, è stato per me come ricevere un premio Nobel, una scossa per andare avanti e fare ancora meglio“.
Rosati, questo momento non è semplice neppure per chi si occupa di eccellenze agroalimentari italiane.
“Chi opera nel settore ha continuato a lavorare, e già questo è un elemento di positività. Per molte medie o piccole aziende potrebbero esserci difficoltà, mentre per chi vende prodotti per il mercato domestico e per la grande distribuzione la crisi è meno evidente. Il vero problema in questo momento è la ristorazione, non è possibile sapere quale sarà la risposta che vedremo nel prossimo periodo. Non so, ad esempio, quante bottiglie di Brunello o di Chianti si stapperanno anche nel 2021″.
Finita la fase uno, lei come immagina la nuova fase?
“Credo che sia necessario dare risposte a chi ha avuto delle difficoltà e ha dovuto tenere chiusa la sua attività. La ristorazione in Italia dà lavoro ad un milione e 300mila persone, mentre sul turismo abbiamo costruito un pezzo importante del nostro Paese. Purtroppo tornare ai numeri ai quali eravamo abituati sarà difficile, servirà creatività per affrontare il futuro in modo diverso. Dovremo anche abituare i nostri consumatori a scelte differenti rispetto al passato“.
Con la Fondazione Qualivita avete effettuato in grande lavoro nel corso degli anni e molti ve lo hanno riconosciuto.
“Abbiamo tutelato la qualità, difeso le produzioni, l`equo salario nel settore, la sicurezza alimentare, l`origine ed il territorio“.
Rosati, teme che in futuro con l`incertezza in atto, il sogno del “made in Italy” possa affievolirsi?
“Io credo che l`Italia abbia le capacità, gli imprenditori e i numeri per confermare un`immagine forte nel settore agroalimentare, turistico e nell`area del benessere. D`altronde questi elementi fanno parte della nostra storia dal Rinascimento in avanti. Ovviamente servirà però una classe politica all`altezza e con una visione nel lungo periodo per continuare ad essere ciò che siamo sempre stati“.
Come porterà avanti il lavoro nei prossimi mesi?
“Il nostro lavoro sarà ancora incentrato sull`obiettivo di valorizzare i prodotti e creare contenuti valoriali che possano raccontarli al meglio. Lo facciamo da venti anni e continueremo a farlo. Dovremo capire come posizionarsi sui mercati dopo il coronavirus“.
Considerate le ondate di alti e bassi, qual è la sua maggiore preoccupazione in questo momento?
“Mi preoccupo quando vedo arrendevolezza. Questo è un momento nel quale servono tanta energia e coesione”
Fonte: Espansione