La denominazione Conegliano Valdobbiadene – Prosecco DOP ha registrato in Cina un +224% di acquisti ecommerce. Per il Prosecco DOP ad aprile +12% di imbottigliamenti. A marzo l’Asolo – Prosecco DOP ha superato i 5,1 milioni di bottiglie vendute: il 28% in più rispetto al 2020.
Forse non c’è nulla che parli meglio e in maniera così rappresentativa del Nord Est del Paese che l’universo del Prosecco. Uno spumante la cui produzione abbraccia due regioni (Veneto e Friuli Venezia Giulia, il paese di Prosecco si trova in provincia di Trieste), nove province e tre denominazioni d’origine (Prosecco DOP, Prosecco di Conegliano Valdobbiadene DOP e Asolo Prosecco DOP) per una produzione complessiva che supera i 60o milioni di bottiglie. Un vero e proprio colosso enologico e che nel corso della pandemia ha mostrato una sostanziale tenuta con diverse punte di vera crescita. Tra rimodulazione dei canali di vendita e delle esportazioni ha infatti risposto colpo su colpo alla pandemia riuscendo a mettere a segno risultati che vanno molto aldilà della sola resilienza. Un dato di sintesi ancora non c`è, nonostante gli sforzi che si stanno compiendo in questa direzione, tuttavia ci sono i dati dis aggregati. Il Prosecco Superiore di Conegliano Valdobbiadene ha chiuso l`anno con una tenuta dei volumi (+0,2%) e un progresso nel fatturato (+0,4%). Tra le tre etichette è forse quella che ha pagato di più la chiusura del canale horeca ma ha saputo prontamente reagire.
«Il 2020 è stato un anno complesso – ha commentato il presidente del Consorzio di tutela del Prosecco Superiore di Conegliano Valdobbiadene, Innocente Nardi -. Siamo orgogliosi della capacità di reazione della nostra denominazione che ha dimostrato di riuscire ad adeguarsi ai cambiamenti mantenendo i livelli record di produzione e vendite raggiunti nel 2019. I volumi sono stati redistribuiti trai mercati e trai canali di vendita (i consumi interni sono tornati ad assorbire il58ó dei volumi mentre la grande distribuzione ha visto crescere le vendite del 16,8%) registrando l`esplosione dell`online. L’e-commerce è infatti cresciuto del 325%. Alcuni importanti mercati non ci hanno tradito, il Benelux è cresciuto del 26%, l`Austria del 34%, la Scandinavia del 54%. Oltreoceano è andata bene in Canada (+11,7%), mentre si è assistito a un vero boom in Giappone (+224%)».
Ancora meglio è andata per la più piccola delle tre denominazioni del Prosecco, la DOP di Asolo, che ha fine 2020 ha toccato quota 18,7 milioni di bottiglie, record che la colloca tra le prime quattro denominazioni spumantistiche italiane preceduta solo dalle due etichette “gemelle” (Prosecco DOP e Prosecco di Conegliano Valdobbiadene DOP) e dall’Asti. «Un trend di crescita che sta proseguendo anche nel 2021– ha sottolineato il presidente del Consorzio di tutela Asolo Prosecco e Vini del Montello, Ugo Zamperoni -. A marzo 2021 le certificazioni dell’Asolo – Prosecco DOP hanno già superato i 5,1 milioni di bottiglie il che significa che abbiamo venduto 1,1 milioni di bottiglie in più con un incremento del 28% rispetto al primo trimestre del 2020. Dal lato dell`offerta – ha aggiunto Zamperoni – siamo perfettamente in grado di assecondare questi ritmi di incremento, che del resto avevamo già ipotizzato quando decidemmo, tra le pochissime denominazioni italiane ad aver fatto questa scelta, di non ridurre le rese ad ettaro della scorsa vendemmia, prevedendo anzi l`adozione di una riserva vendemmiale, capace di assecondare la domanda».
Ma l’architrave della macrodenominazione resta il Prosecco DOP etichetta che conta oltre 24mila ettari di vigneti, umica viticoltori, 1.169 aziende vinificatrici e capace dimettere sul mercato oltre 500 milioni di bottiglie per un giro d`affari di 2,4 miliardi realizzati per il 78% all’estero. «Il fatturato 2020 è rimasto pressoché stabile nonostante il calo dei prezzi – spiega il direttore del Consorzio del Prosecco Doc, Luca Giavi -. In realtà i volumi commercializzati sono aumentati del 2,8% compensando la flessione dei listini. L`export nonostante la pandemia è cresciuto del 4,57%. Numeri che con la bufera che si è generata sono di tutto rispetto. Ci ha aiutato la forte propensione all`export e al canale della Gdo anche internazionale». Ma chiuso il difficile 2020 per il Prosecco DOP la ripartenza è già in atto. «I dati relativi agli imbottigliamenti – aggiunge Giavi – hanno fatto segnare un +7,4% nel primo trimestre 2021 salito a +13,2% ad aprile. Ancora non siamo in grado di dire se il traino venga più dai mercati internazionali o da quello interno. Tuttavia, poiché il Prosecco DOP non è un vino da invecchiamento ma da pronta beva, e a differenza di altri spumanti metodo classico o dello Champagne, per noi il dato dell`imbottigliato è molto vicino a quanto effettivamente venduto perché le imprese accelerano gli imbottigliamenti per i prodotti che già sono stati commercializzati. Per cui i numeri sulla ripresa non sono una stima, ma un dato reale».
Fonte: Il Sole 24 Ore