Uno sviluppo rapido da gestire con con attenzione. Obiettivo primario il raggiungimento della certificazione di sostenibilità territoriale
La Denominazione di Origine Controllata Prosecco comprende l’area del nordest che si espande da Trieste – dove si trova la piccola località Prosecco che nell’antichità diede origine a questo vino – spingendosi fino a Vicenza, passando per Treviso, provincia d’elezione che ha dato i natali al Prosecco nella versione spumeggiante che oggi tutti conoscono e apprezzano. Un territorio ricco di meraviglie ambientali, architettoniche e paesaggistiche che tra Veneto e Friuli-Venezia Giulia conta dieci riconoscimenti Unesco ed è testimone, nelle nove province della DOC Prosecco, di un successo mondiale travolgente. Ce ne parlano il presidente Stefano Zanette e il direttore Luca Giavi.
Presidente Zanette, la sete di Prosecco nel mondo continua a crescere e la vostra denominazione – ora la più grande e la più dinamica nel panorama vitivinicolo internazionale – è costantemente sotto i riflettori. Lei è in sella al Consorzio dal 2012: come si governa la crescita così impetuosa di una denominazione?
In effetti sono volati questi sei anni, durante i quali siamo passati dai 180 ai 440 milioni di bottiglie certificati nel 2017: un destino senza precedenti, riservato a un Consorzio nato appena nel 2009. Il che molte volte ha significato prendere decisioni senza avere nulla e nessuno cui ispirarsi. Questo, però, ci ha reso liberi di esplorare soluzioni sganciate da esperienze pregresse che indirizzano, ma anche vincolano. Oggi siamo presenti in 150 Paesi e ogni secondo nel mondo si innalzano 100 calici di Prosecco, giorno e notte. Ma sa qual è la cosa davvero straordinaria? Che al pari con i volumi è aumentata anche la qualità del vino, garantita da una miriade di piccole aziende competitive e orgogliose (12.000 con una media di 2,3 ettari ciascuno) a cui viene assicurata una buona redditività.
Il successo comporta dover affrontare situazioni di crescita, come il recente bando aperto per includere nella DOC altri 1.200 ettari con modalità del tutto nuove. Com’è la storia della siepe?
D’ora in poi chi vuole produrre Prosecco deve anche contribuire alla bellezza del paesaggio. Più siepi, più alberi, maggior biodiversità. Con questo bando hanno trovato dimora i primi 56 ettari di un’oasi che entro il 2020 potrebbe triplicare. Perché credo nella bellezza del territorio come ingrediente fondamentale del Prosecco, da versare idealmente nel calice in modo che il consumatore possa bere, insieme alle bollicine, tutta la bellezza del nostro territorio.
Gli osservatori internazionali guardano al vostro Consorzio come a un “caso studio” anche per le decisioni inedite assunte, in particolare sul fronte della sostenibilità…
Con una scelta coraggiosa che ci pone ai vertici mondiali nella battaglia per la sostenibilità, lo scorso aprile 2017 l’Assemblea dei Soci ha approvato una modifica al disciplinare, nelle norme per la viticoltura, che elimina Glifosato, Mancozeb, Folpet in maniera cogente, obbligatoria. Ma non intendiamo fermarci qui, stiamo già lavorando al raggiungimento di un obiettivo ancor più ambizioso: la certificazione territoriale per la sostenibilità ambientale, economica e sociale dell’intera Denominazione.
Direttore Luca Giavi, quali sono le attività “strategiche” che hanno maggiormente impegnato il Consorzio in questi anni?
Fin dalla sua nascita il Consorzio ha focalizzato la sua attenzione sul fronte della tutela prima ancora che sulla promozione, per evitare che i nostri investimenti favorissero altre produzioni inducendo in errore il consumatore. Da subito abbiamo introdotto l’obbligo del contrassegno di stato, con una decisione inizialmente vissuta dai produttori solo come costo aggiuntivo, anche se col tempo hanno apprezzato l’efficacia di questo strumento, ormai irrinunciabile nella lotta alla contraffazione. Sul fronte della promozione ci siamo concentrati sul valore del Prosecco come territorio, richiamando con il claim “Italian Genio” le nostre eccellenze d’arte, architettura, design e moda.
E sul fronte della gestione delle produzioni?
Già nel 2011 le Regioni Veneto e Friuli-Venezia Giulia, su richiesta del Consorzio, sentite le organizzazioni di categoria, hanno adottato dei provvedimenti tesi a conseguire l’equilibrio del mercato: misure indispensabili per garantire il valore e la qualità delle produzioni. Come ampiamente dimostrato, la contrazione del valore spinge il sistema produttivo a contenere i costi di produzione con una conseguente diminuzione della qualità. Tale fenomeno, nel caso del Prosecco DOC, non si è verificato. Anzi, il successo che continuiamo a registrare a livello internazionale certifica il crescente apprezzamento per i livelli qualitativi raggiunti.
a cura di Albina Podda
Fonte: Consortium 2018/00