Decolla da Venezia il sogno Unesco del Conegliano-Valdobbiadene Prosecco DOP. Viaggio di sola andata per Parigi: il dossier di candidatura a Patrimonio dell’Umanità, pronto entro fine anno, sarà valutato a fine 2018 dai tecnici francesi dell’Unesco. Dentro o fuori: in caso di bocciatura sarà complicato riprovarci, visto che i 15 Comuni della DOP (più altri 13 della “buffer zone” a ridosso delle colline) su questo dossier stanno lavorando da sei anni. Da oggi al giorno della decisione finale, sulle colline del Prosecco cambierà tutto, o quasi, e i sindaci che ieri, a Venezia, hanno firmato il protocollo d’intesa relativo alla candidatura, sanno che i produttori potrebbero storcere il naso. La portata della candidatura (a prescindere o meno dalla sua riuscita), e del protocollo firmato ieri, è tale da rivoluzionare la vita di ogni giorno dei viticoltori.
Sarà tutto molto più rigoroso: dai prodotti fitosanitari ammessi, alle regole peri nuovi impianti. “Vogliamo passare alla storia” ha detto il governatore Zaia ai sindaci “i produttori devono remare dalla nostra parte”. Il protocollo firmato nei giorni scorsi dai 28 Comuni interessati, e presentato ieri a Palazzo Grandi Stazioni, parla soltanto di “perfezionare e uniformare gli strumenti di pianificazione urbanistica e i regolamenti edilizi vigenti dei Comuni, sulla base dei valori riconosciuti dall’Unesco e degli obiettivi di valorizzazione, salvaguardia e tutela che ne derivano”.
“Questa è una candidatura culturale” ha spiegato Innocente Nardi, presidente del Consorzio di Tutela Prosecco Conegliano Valdobbiadene “alla bellezza del luogo viene abbinata la sapienza dell’uomo. Non è la candidatura “del Prosecco”, ma delle sue colline”.
Fonte: Il Mattino di Padova