Si sono contati oltre 120 partecipanti, all’ormai tradizionale appuntamento “AperiOperatori”. Un successo crescente per l’incontro, ora in formato on line, dedicato ai soci del Consorzio tutela Prosecco DOP, nel corso del quale sono state presentare le analisi del mercato italiano e tedesco commissionate a Nomisma Wine Monitor.
Dallo studio, in uno scenario globalmente negativo per i vini spumanti, emerge la tenuta del Prosecco DOP che riesce a mantenere le proprie quote di mercato. Lo conferma il +1,6% degli imbottigliamenti nei primi 11 mesi del 2020, conseguito grazie ai maggiori acquisti nella grande distribuzione e al debutto del Prosecco rosé che ha generato da solo circa 13 milioni di bottiglie in poco più di un mese e mezzo dall’avvio della commercializzazione.
Questo successo, stando all’identikit del consumatore analizzato da Nomisma, è dato anche dalla trasversalità dei consumi. Infatti, considerando genere, età, area geografica, reddito e titolo di studio, si evince che il 70% della popolazione, tra i 18 e i 65 anni, consuma mediamente Prosecco DOP.
Lo studio ha segnalato anche i fattori in grado di assicurare il successo della denominazione nel prossimo futuro che, secondo il parere dei consumatori saranno: la ricerca di una sempre più elevata qualità sensoriale, l’innovazione, la certificazione di sostenibilità ambientale e il posizionamento.
Con questi dati, e in attesa di conoscere quelli di dicembre, la DOP Prosecco conta di chiudere il 2020 con un segno positivo sul 2019 il che, visti i tempi, appare un risultato non solo insperato ma in assoluta controtendenza rispetto agli andamenti del momento.
“Credo che tutto ciò sia il risultato di un proficuo lavoro portato avanti con estrema convinzione dal sistema produttivo e dal nostro consorzio, coinvolgendo importanti centri di ricerca. In ogni caso, dobbiamo sforzarci di fare di più e meglio” osserva Zanette. “Mentre sul fronte dei volumi il dato appare incoraggiante, sul fronte del valore dobbiamo prestare maggiore attenzione, con l’obiettivo di incidere positivamente sul percepito della denominazione.”
Un eccessivo stimolo alle vendite con “promozioni” e “sotto costo” potrebbe infatti compromettere la normale congiunzione tra le produzioni ottenute dalla vendemmia 2020 e quelle della vendemmia 2021 che, sulla scorta delle ultime modifiche del disciplinare approvate dall’Assemblea ordinaria dei soci, non potranno essere commercializzate prima del primo gennaio 2022.
“Per questo voglio invitare il nostro sistema produttivo, ma anche gli operatori della distribuzione, affinché operino per valorizzare adeguatamente il lavoro di oltre 11.000 viticoltori, poco meno di 1.200 vinificatori e di 348 case spumantistiche. L’auspicio – conclude Zanette – è di veder posizionate le nostre produzioni sul prezzo che la maggioranza dei consumatori percepisce corrispondente alla qualità del Prosecco. Dal canto nostro, come Consorzio, assicuriamo il massimo impegno nel garantire un continuo processo di miglioramento della qualità delle nostre produzioni e una “durabilità” della denominazione che consentirà ai produttori e alle comunità locali di sentirsi sempre più parte del successo del Prosecco DOP.”